tag:blogger.com,1999:blog-79013832198510115062024-03-13T17:47:33.806+01:00Trattative di mezzanotteogni cosa, tra due punti generici, è (stata) un titolooccasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.comBlogger148125tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-44522732339652972682010-10-02T08:19:00.012+02:002010-10-02T12:39:15.896+02:00[...]<div align="left">la tosse, in estate, non esiste.<br />questo giorno. </div><div align="center">che non può più giocare a nascondersi.</div><div align="justify">il presente indicativo che non mi appartiene. </div><div align="justify">questo mio 18 agosto.<br /></div><div align="justify"> </div><div align="right"></div><div align="right"></div><div align="right">tutto. tutto l'amore non fatto </div><div align="right">in un'estate indiana.</div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-83028716628424488482010-08-27T11:53:00.008+02:002010-08-27T13:26:07.912+02:00dacriocistorinostomia<div align="right">la pioggia era solo una mezza calamità per <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">riconoscersi</span>. in ogni giorno meno sano. che nemmeno una volta abbiamo liberato qualcuno. siamo palazzi e complessi da demolire. ala per ala. atterrare all'ospedale senza imprecare al proprio viso divelto. la mano fredda sulle fabbriche esportabili. la mente meno fredda sulle nostre voci incrociate. che non si toccano ogni volta che continuo a non guarire e non c'entro più. l'<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">amministrare</span> ogni guerra senza rimpatrio ma è meglio fare senza. "poi sarà tutto di nuovo nostro". senza evadere. che di carcere ormai si vuole morire. colossi e collaudi lenti che corrodono. che concorrono alle derive che si svegliano senza un tesoro. e non ritorna più la voce. le mie domande rapite. che le strade sembrano sempre più piccole dentro una mano. che le canzoni stonano. i giorni ribaltati che fioriscono ma non ti piace il profumo. dentro gli occhi infiltrati ci sono bambini posseduti dal demonio parentale. la neve che si scioglie dentro il letto ma non ci fa male. che ancora si parla di padroni. "tu non c'entri". e i giornali non ne parlano. ogni libro che vorrei leggere <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">abbracciandoti</span>. le derive che si svendono senza decoro. e morire andrà meno di moda. dicendolo dopo. quando torni a casa cerchi sempre qualcosa da portare fuori. e poi diritti a rate e occhi chiusi in gola. cosa ci indigna? cosa ci segna? sentimenti <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">delegittimati</span> con un manganello coperto. nascosto in mani <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">disinfettate</span> e ritorno. in voci <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">disincantate.</span> e ricordo la vita che va indietro. ricordo niente e mi faccio del sano male. ricordo niente e mi sento meno. il miglior modo per non tornare. che poi non ti ho detto di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">roma</span>. non ti ho detto delle balene. non ti ho detto di tutti i concerti e le spinte, le cose scucite e i sogni muti a metà. "vado al largo". poi tutto quello che aspettiamo resisterà fino a vedere almeno i nostri occhi. un attentato sostenibile. che la voce non torna più. ma non ne facciamo a meno. e se <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">gabriele</span> esce dove va a dimenticarsi?</div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-31121815180827731662010-06-10T23:38:00.006+02:002010-06-11T01:20:09.526+02:00ciclo idle<div align="justify">tra "cielo e sabbia" hanno montato nuove leggi <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">atmosferiche</span>. con luci colorate. senti che ridono forte senza di noi. mentre aspettiamo dentro una fragola imbottita di polvere. senti che corrono lontano tutti quei passi già sciolti che avevamo liberato in discesa. noi siamo ancora armati ma senza più pudore da vendere. ci offrono nuove leggi per uno stato di necessità. su licenze prosaiche e canzoni pestate. che non ci si oppone nemmeno più la seta chimica. tutti i libri di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">cubby</span>. ancora intorno ai graffi che non s'infettano più. e ridiamo senza cadere nel mare. con il fuoco già acceso. senza nessuna spiegazione. capelli gialli da spremere e ti porto a ballare in silenzio sotto una casa. mentre il cielo ha deciso di perdere ritmo. tutto quello che si poteva dimenticare presto, al sicuro dentro di noi. tappeti strumentali che si colorano di bianco. in agitazioni e distensioni. incatenati in licenziamenti improvvisati con storie americane licenziose. titoli conservati per credere che le cose si possono ripetere. ricami in nessun posto caldo. le fughe contrappuntistiche collaudate in serie. "maggio prova ad essere giugno". controsoggetto canonico filtrato nelle parti libere</div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-71234597196734600162010-04-16T12:26:00.011+02:002010-04-18T01:12:21.410+02:00hanno tolto tutti i semafori lungo la strada nascosta che porta a casa tua<div style="text-align: right;">e non riesco ad attraversare. la conferma di recapito. tutti i partigiani del mondo. la felicità di sentirci uguali ci ucciderà. in un sonno che dura dalla nascita. i suoi incubi restano a bagnare il silenzio del torto. nel sole irriconoscibile che raffredda questo deserto di carta bianca e muri ogni giorno più alti. il colore della speranza stempera ogni partenza. in tutte le cose che già sono state dette ma che comunque non sapremo mai. giù nel fondo degli occhi chiari, con un unico riflesso di sete rabbiosa. il colore della gioia di un nome ritrovato. perché ogni somiglianza diventerà una colpa che solo inizialmente sarà sconosciuta. con un ronzio continuo e umido di interi apparati di nuvole. "la fine assoluta del mondo". dove ci ricordano di essere vivi e non vivificati, come dice tutta la pubblicità colorata. le città che si legano in abbracci sulla tua schiena. così si profumano. "ma solo la rivoluzione salva il passato". le pallottole che escono dalla televisione. ma dove. le malattie incurabili che tagliano le reti nere sopra la testa. il prato viola che muore ad ovest dietro la fabbrica. il mare sempre più blu ottiene dei favori sorprendenti. il ronzio metallico dentro il braccio. il ronzio metallico dentro la testa. una canzone piena di mostri e fantasmi in bianco e nero. la felicità di sentirci uguali ci ha già ucciso. tutti i colori che ti resteranno addosso domani nonostante la pioggia. meriti sempre le ultime parole prima di un ciao</div><div style="text-align: right;">°°°</div><div style="text-align: right;">ogni casa è un prodotto industriale conforme alla terapia primaverile. "è la mia droga, non - ti - può far male". scoprendo che si può cancellare anche il futuro</div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-39316691094748787622010-04-10T04:20:00.003+02:002010-04-10T04:26:00.464+02:00nuovo posto yoctole notti boreali stirate sui muri. ci sono giorni in cui vince l'<span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_0">ossessione</span> di una risposta. per il resto allungo l'attesa e la distendo. il nuovo nome americano che ha <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">bologna</span>. sono riuscito a non piangere quella sera senza macchina. le cartoline possono di nuovo avere una faccia. in televisione sempre più "cause concorrenti del quadro clinico". ci sono molte cose che dovrebbero finire almeno in una sola stanza. contando finestre accese. scegli di guarire senza le forbici. rosa suona bene. l'infelicità manifesta e mai svelata del fratello vivo. le <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">dimostrazioni</span> di difetto. la matematica ha svuotato anche i libri e non ho il passaporto per cercartioccasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-12931857498882737982010-03-07T17:46:00.004+01:002010-03-14T20:14:34.217+01:00la dieta kilometrica di una domanda, favola<div style="text-align: justify;">di tutte le tue mani, ognuna colorata in modo diverso. ferisco la tua spalla e dentro trovo un parco ad agosto. pieno solo di caldo. e di milioni di ombre dense e umide. apro l'altra ferita sul tuo ventre e trovo una stanza bianca, vuota e fredda. lo spazio che non può più essere matematico ci consola. dentro il mio silenzio da raccogliere in mille pezzi. pensi ad un arresto e ai suoi visi taglienti. le costole delle frasi. lo spazio quindi può essere non necessario. quando ti metti in un angolo per sentire almeno una cosa vicina come l'america. le falsità <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">stereotipate</span></span> che si sono <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">radicalizzate</span></span>. eserciti disegnati sulle colline nude e bagnate. le foto da geometri interiori. l'orrore come prova essenziale. il caldo artificiale allarga le navi. il vento spaziale le ricicla. onda su onda. "quello non sembra più nemmeno il tuo viso". mi leggo le speranze umide, le calmo. i grazie smisurati e senza morale. i mostri che si aprono la porta a vicenda per uscire presto la sera. come in una canzone di cui non ricordiamo più il titolo. ricacciamo il cielo in tasca per tutto il giorno <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">preventivato</span></span>. la colpa disumana dei ricordi sterminati. fino a dove non vedo la rinuncia <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">fluorescente</span></span> dei perché senza sconti. che sappiamo come si mette in piedi il costo della vita emancipata dalla vita stessa. le lettere luterane come un rinvio. il sospetto dell'attesa come risposta non può essere credibile. cosa rimane di non <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">autopunitivo</span></span> nella <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">celebrazione</span></span> della propria <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">indipendenza</span>? un unico discorso del cazzo</span></div><div style="text-align: justify;">°°°</div><div style="text-align: justify;"><div style="text-align: justify;">siamo sempre stati soli in famiglia. e ce n'è sempre stato bisogno. per sentirsi meno <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">indispensabili</span> della realtà. della rinuncia immediata. le persone che non urlano hanno sempre un certo fascino per le patologie della cronaca immolata. eravamo in alto, oltre ogni più <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8">commestibile</span> aspettativa, e avevi paura del nuoto. la divisa ti rende più simpatico o almeno così avresti voluto dire. ti vesto dentro una città di vetro rosa. la luce accesa sulle tue gambe che corrono nel letto. la pioggia rampicante e ottobre senza cornice. la nuvola che bisogna mettere attorno al sole. l'odore <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_9">industrializzato</span> della domenica mattina. il petrolio accogliente che ci lasciamo dietro per non tornare a casa. il passato posticipato di un qualsiasi bagno acceso. bisanzio e una domanda calda. gomitoli <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_10">grammaticali</span> legati attorno ad un tuo vestito. le volte che ti vorrei dire come fai. e anche quando dovrei farlo davvero non ci riesco. caldo stretto alle tue motivazioni senza nessun appello. sorridi dentro la voce insana delle cose senza nome. ottobre e mi sveglio presto. siamo <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_11">diversamente</span> uguali</div></div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-31684644486574616252010-02-14T14:07:00.004+01:002010-03-07T18:01:06.881+01:00bianca, l'apparente apatia di un gruppo elettrogeno<div style="text-align: right;">ti ho accarezzato in silenzio, quando il mare ti voleva uscire dallo stomaco. e già dormivi nel freddo che senti solo tu. è stato come strappare dalla neve un fiore colorato. che mentre trema sembra aver bagnato con il suo colore il ghiaccio soppresso. mi sono cambiato i vestiti e le rivoluzioni finivano comunque nel sudore freddo dell'<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">impossibilità</span>. non avevano il mio nome proprio perché ho aspettato le nuove pulizie per le cose in più da dire. ma non ho dimenticato dove piangi, anche se rimane invisibile. mi dai un nuovo ritmo vergine nel silenzio dei tre colori del sole. tutti i giorni finiscono il cioccolato. vorrebbero vederti non smettere mai. vorrebbero colorarti loro senza il prezzo di una motivazione. la tua foto da bambina si muove in qualche canzone disegnata appena. un giorno intero con questa stessa canzone, per bruciare la tentazione di una sorta di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">permeabilità</span>. per far passare il tempo con il rosso. per aiutarti a dire qualcosa di vero senza far respirare gli occhi. che desertici si prendono per mano. ogni cosa fatta è una parte della casa. ti ho vestito. e ho aperto le troppe partenze che rimandano indietro. tutto quello che hai sentito sull'attesa rinuncia ad essere una scusa. perché compro statue ogni giorno senza pensare al discutibile profitto. hai sempre parlato per fiori stanchi di essere <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">desiderabili</span> solo per principio. così ho spento ogni tipo di cera. ho spedito silenzi preziosi e <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">indivisibili</span> verso le nuove isole <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">imperdonabili</span>. le rinunce passive, che non lasciano decidere, hanno debellato tutte le ricerche. il nome che ti ho dato non coincide con il tuo vero. a volte si scambiano come per gioco, senza avvisare. metto punti prima e dopo per essere sicuro di tornare a casa. ma da solo. capisco che abita lontano per ogni oggi che è un nuovo anno. per decidere dove dormire con un peso diverso. hai mescolato ogni tipo di pane con la biologia. rimanendo attenta a non far bruciare niente. e già ferivi nel tempo che spendi solo tu. possibilità veneree che fioriscono dentro senza <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">diagnosticare</span> nessun appello. un paesaggio strumentale ha visto il tuo sonno invincibile. non sai mai come potrei perdere. "vorrei nascere e indossare il vestito migliore prima di crescere". come prendi spazio spostando musica nuova nel buio. muscoli dentro la strada di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">sara</span>. diamanti con linee potenti che trafiggono le onde, ci disegnano con gli avanzi sulla sabbia e poi volano via dentro la neve. tutte le tue valigie scelte che non dividono più il caldo in due stagioni. il posto che avanza per noi e aspetta poco, perché <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">ingenuamente</span> il sistema impassibile si sceglie l'ombra più larga. per decidere i coltelli buoni dentro casa. e si colorerà per prima quando ti vestirò di nuovo. "siamo tutti morti e non ci salveremo più da niente, di quello che ci aspetta. non basta la volontà o l'apparente possibilità di decidere." le canzoni piene ancora di manganelli e sugo di ferro. gli sputi contro il muro che formavano delle nuvole. solo lì potevi scappare. e non avevi paura di cadere di nuovo dentro una nazione conquistata da un pensiero. il vero che continua a perdere onore dentro di noi. i "dopo" che si traducono in "troppo tardi". i necessari "forse" scuciti dalle frasi. le uniche cose che ricordi non esserti dispiaciute. sembrava quasi vero, da come me lo hanno detto. i lager <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8">costituzionali</span>."sei sottile dentro il tuo sonno. dentro una stanza che sembra un ghiacciaio. che è nuovo e fermo. e tutto di te, ancora più sottile." e continuano a pulire tutto per farci stare meglio. continuano a volerci migliori, ci mettono dentro ancora ancore. pietre caldissime come i tuoi baci pieni d'odio. frasi di formaldeide. istinti <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_9">promare</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_10">già</span> smentiti. il teorema dell'<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_11">autoperpetuazione</span> ci solleva ma per poco, e male. sfregiamo il problema della felicità. è zucchero di poco prezzo. le uniche strade sono tutte in discesa. non volevi tornare a casa e volevi sapere cosa si prova ad essere un fachiro. i mostri normali che pregano per noi. l'anemia che ci chiama per numero. la pace praticabile. "il mondo pieno di vittime". torneremo ancora distanti in cimiteri atmosferici pieni di perplessità. il <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_12">menefreghismo</span> della strada sotto casa tua, piena di sogni bruciati, come cassonetti di traverso. urlare per una <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_13">tako</span>-<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_14">tsubo</span> migliore a colazione, perché non basta mai. sembrava quasi vero, da come me lo hai detto. davvero.<br /></div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-54015231483351558462010-02-03T10:51:00.002+01:002010-02-03T10:52:17.609+01:00"un po' di febbre"c'è sempre una carezza-assente ad asciugarmi in silenzio la testa quando arrivo al lettooccasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-60077284732676519732010-01-29T13:30:00.001+01:002010-01-29T13:33:12.921+01:00per il battesimogli arcobaleni di gennaio sono alieni industriali. le autopsie subite con ancora le manette. con i polsi uniti da un lungo respiro. il trauma da carta igienica. "hai i tuoi anni, ma non li hai mai posseduti davvero". il disonore del vero nell'ultimo aprile colorato. la finestra <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">sudamericana</span> e le sue malattie. anidride sui tetti licenziati. un'altra finestra che insegna colori per ore. e poi ancora l'odore della polvere che può essere solo che fresca, se abita da te. parole ritagliate dai tuoi vestiti di carta bagnata. parole deragliate dai tuoi destini da danza sprecata. e poi respiri meno allungati. abbiamo aspettato un viaggio breve. sfocato dalla polvere che entra bagnata nei corridoi della città. e non ho finito di dimenticareoccasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-44268622174737447562010-01-16T23:08:00.016+01:002010-01-29T13:30:45.414+01:00"- non", in the atmosphere<div style="TEXT-ALIGN: justify">sento piano. l'avere ancora un letto sulla testa. mentre guardavamo il sole salire facilmente. le carezze <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">nottambule</span>, ma di melatonina. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">semplificando</span> il silenzio in strati colorati. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">diversamente</span> dal modo di pesare. meno strappi impossibili. le mancanze di natale. uscendo dalla <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">rianimazione</span> e aspettare il bus. tutto rimane là dentro. lampioni meno <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">intermittenti</span> degli arresti. le lucide espressioni matematiche senza toccare la dimensione interna. nuove parole e depressioni salvate. indossando calcare stretto al collo. salite da eccezione che non scaldano più. fiumi atmosferici che sentono una reazione. le vie abbottonate. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">mahnmal</span>. colazioni <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">imbarazzanti</span> e opere eroiche. mille cannoni sfibrati che raggiungono equilibri sprecati. mirando <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">occultamente</span> alla nota giusta. ferite <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8">intercettate</span> sulle mani. le cose succedute. "lontani piaceri sconosciuti". delle cose sedicenti. messaggi greci di profilo. minime <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_9">impressionanti</span>. sulla conduzione assestata delle vibrazioni elementari. che alimentano la tua fame elettiva. le fughe esteriori. cani sciolti e cantanti. senza combattere il ritorno che ci ha esiliato. tavoli <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_10">convenzionali</span>. fuori suonano urla di cosmonauti sani. risaliti odiando in volo. ma mantenendo fede ai giudizi senza frontiere. la scala abbandonata in piazza di corsa. l'ufficio di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_11">collocamento</span> senza <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_12">lucia</span>. tutto quello che non ho detto <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_13">aspettandoti</span> fuori dal circo. due bugie. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_14">francesca</span> non è tornata viva. cosa resterà dei nomi <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_15">irriconoscibili</span>. dei rumori randagi <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_16">sensibilmente</span> rischiosi. degli ami fruttiferi dentro di noi. mirando oscuramente alla notte giustiziata. nelle urla per altre favole in fila. le lacrime meno familiari. le risposte <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_17">confortevoli</span>. mi richiami a casa. cosa risponde all'appello? quando non piangi per il vuoto d'aria. c'è una strana nuvola fortunata, senza spunti, che non sa dove sei </div><div style="TEXT-ALIGN: justify"> </div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-5176949649745880352009-12-06T10:40:00.011+01:002009-12-06T23:30:20.920+01:00con l'età dell'oro di chi non risponde più al silenzio<div style="text-align: left;">il disegno spontaneo per correre intorno al cielo. il film silenzioso di te che mi farebbe compagnia. con il mare nel sole. ripulendoci dal freddo spento delle retate. contro l'opportuna possibilità di trovarti prosciugata. il labirinto rosso delle braccia. con il <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">pregiudicato</span></span> senso di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">inadeguatezza</span></span> che mi lega al soffitto. mentre non parlo. con gli occhi stretti ad un "si" sconfinato. abbiamo risolto le guerre più sottili. senza più vestiti per uscirne vivi. abbiamo riscritto le stragi più disarmate. con le morti <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">indifferenti</span></span>. per le tue spalle sempre più piccole. tu invece puoi distrarre le mie parti rotte. mentre tutto scende dentro i nostri elastici cavi che non ci trattengono più. che certe cose le puoi decidere solo dopo la fine. le "dieci costole spezzate" in 815 giorni in mare. che quando parliamo non abbiamo fumetti per rileggerci. così non sono più solamente i gesti a non avere bisogno di parole per colorarsi. di nero<br />°°°<br />e non ti copri mai abbastanza, per sentire freddo e quindi sentire qualcosa che ti renda perlomeno non trasparente nella stanza. la casa riscritta con gli occhiali da sole. il biglietto singolo con i suoi titoli originali . cosa hai dentro il mare. hai imparato che se vuoi andare da qualche parte è sempre meglio farlo da sola. quei giorni interi in cui hai sempre il viso scolorito di chi ha appena pianto. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">ridisegnando</span> la città con un destino migliore. con la musica che ci illudeva <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">sistematicamente</span>. le cose <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">preservative</span> che costruivamo senza sudare. ma correndo comunque via da tutto. che quando ti ascolto e non parlo è per me, che mi devo cancellare senza troppe frontiere. con le mani lucide e veloci nel cuore del cervello che non trovo più. le trazioni posteriori di venerdì. con l'età di chi alza la voce per morire d'estate. correndo via da tutti fino al buio. perché mi vestivi con cura, tanto che sembrava che sorridessi anche se in realtà non lo facevo mai davvero. ma non era per colpa tua. "ne abbiamo una e pensiamo a star bene, ma non ci combattiamo mica con quella. non potremmo. anche volendo". perchè non mi soffocassi con il viso dentro un angolo e con tutto il resto della stanza assonometricamente in ordine. dietro. il nostro mese <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">profondamente</span> diverso dal vapore <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">densoerosa</span>. quando penseremo meno dell'insolito benessere che <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8">strumentalizza</span> le favole. che ci governa l'economica essenza di un prezzo. i nostri nastri <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_9">evidenziatori</span> che snaturano tutti. qualcosa che ti renda perlomeno traspirante nelle mie concavità. perché basta non farsi troppo male. perché i giorni non ci scelgono per caso, proprio come oggi<br /></div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-26756034670287306262009-11-28T11:32:00.011+01:002009-12-06T15:29:21.982+01:00per "non avere paura di avere un cuore" (ancora)<div style="text-align: right;"><em style="font-style: italic; font-weight: bold;"><span style="font-style: italic;"></span></em> <span style="font-weight: bold;">[fino a quando riusciremo a non vincerci]</span> perché non riesco mai a finire nemmeno un libro di quelli che mi dici di leggere. non ci sono più padri nella città domesticabile. il "<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">meraviglioso</span> diritto all'<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">interiorizzazione</span>". ma senza saperlo dire. senza le parole riscaldate nell'inerzia del ricordo. mai perdonato. senza la tragica memoria di un avanzo di tempo lungo tre anni. che vorrei incontrarti per caso. e non mi rispondo più per caso. con infime operazioni a cielo aperto. con le rimozioni rafforzate. dentro di te non rimango a galla. e mi limito a <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">disconoscere</span> le discariche. dentro quel pezzo di cenere e il tuo viso sciolto dietro la finestra spenta. dentro quella frase<br /></div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-13622530793442178532009-11-16T00:51:00.005+01:002009-11-16T01:13:32.743+01:00il ricovero delle balene autunnali<div style="text-align: justify;">l'igiene <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">personalizzata</span>. mentale. la temperatura <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">superficiale</span> dei giorni a nuoto. in mezzo alla città rasata. preludi lontani nelle tue perplessità oceaniche. prendi le strade vuote per me. conservale per il sole spontaneo. per il laborioso <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">cementificarsi</span> del parco nelle notti protette con padri spirituali in provetta. per il filo condotto. con la zona industriale che ci distrae. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">attentamente</span>. il silenzio mediato per il nostro rinvio meditato. le mani vuote e fredde che parlavano male di ieri. allora compreremo argento finto da mettere sul cuore. in carceri usate. in carceri causate. il vento più forte delle tue parole sottili. con la loro nostalgia. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">andrea</span> non ha più pazienza. la tensione non troppo <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">superficiale</span> della nebbia da portare fuori, di testa. in carceri inopportune. come muoiono i marinai<br /></div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-13695776714330397382009-11-01T13:02:00.006+01:002009-11-01T14:21:30.300+01:00della tachicardia come espediente retorico<div align="right">"i treni arrivano solo quando c'è silenzio". il passato non restituisce i corpi di chi ci cade dentro. e preferivi il tuo seno per piangere. mi diresti che bologna doveva avere una risposta. ma non c'è stato nulla da rifare. "nessuno può più dormire in spiaggia". che le cose si scambiano. e non tornano nei colori distesi della prosa. poi la notte desertica ci sorprenderà dopo un giorno afasico e staremo ancora peggio. per il dimenticarsi con il fiato accorciato. con il tuo fiore in testa che non si bagna mai. mostrami un giorno con il pasto fisso. senza morire in carcere. così cullandoti in mano ti parlerò dei baci del cemento. dei giorni raffinati nelle teorie russe. della nausea dolciastra e della mirtazapina. così mi diresti che bologna doveva avere una riscossa. ma non c'è stato nulla da bruciare. "vuoi morire?". e non smetti mai di uccidere gente. il cielocrakingviola scappa senza di noi. poi la notte desertica ci salverà dopo un anno asfittico. da longbeach con i fiori ossigenati. dopo un anno inesatto. perchè ci appartiene solo la vista e la fantasia concreta della sopra-vivenza che c'è dietro. il resto che brulica e piove è solo deiezione. ma me ne accorgo solo dopo che hai pianto sete. e poi rate felici. per riuscire anche solo a parlarti</div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-50759192014236543892009-10-25T02:42:00.021+02:002009-10-25T03:06:08.101+01:00an extinguishing agent midst in our<div style="text-align: justify;">non sai cosa voglia dire respirare a malapena ancora ferire i giorni sbagliati e inventarsi un nuovo contorno alle ombre che non ci sono più diradarsi senza <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">accorgersene</span> avere magari un po' di tempo per assecondare l'impressione di <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_1">correggersi</span> in fondo per poi tornare nudi <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">commestibili</span> diventano le piccole voglie e tutte le nostre licenze l'<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">ingratitudine</span> dello sporco inaugurare questi nuovi giorni almeno un po' <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_4">apostrofare</span> domande sospendersi la tua bocca che diventa cenere con me le trasparenze rotte sotto i vestiti la testa con la febbre e le inevitabili carezze la loro ruggine ruvida le ore che si fanno davvero piccole sempre più spesso la tua voce stanca che mi chiama da troppo lontano io mi metto ad inventare il silenzio <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">scucirsi</span> nel quadro che ci mostra nudi e poi darci un bacio allo specchio senza risorgere d'invidia alberi elettrici come se fosse reale perdere ancora spazio e sangue che non esiste più in eclissi ordinate e composte non ricordo il significato fra noi senza sapere nemmeno quando sia successo (senza ammettere nemmeno<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6"> gradevolmente</span> umide evasioni) scucirsi io mi mento inventandomi il silenzio non ricalco più la distanza fra noi e la nostra giustificazione attentamente nascosta in un urlo bianco ormai pulito<br /></div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-2506333479717496982009-10-23T16:10:00.012+02:002009-10-25T03:07:46.918+01:00"for a season"<div align="right">il sole torna a casa presto mentre il muro arrossisce e i fiori rimangono a terra. tu volevi uccidere un dio per il colore <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">verdefalso</span></span> della primavera che non ha sangue. in mezzo ad un giorno, tanto al largo da non vedere. tu rinunci ad essere un dio ma poi non smentisci i sogni che tornano come persone scolorite. convinci che le storie raccontate finiscono prima di iniziare. il bordo scucito delle cose mentre piove ti porta di nuovo a <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">lisbona</span></span>. ma non ti basta l'autunno bugiardo per restare. dove non smentivi i segni che tornano come nuvole cattoliche. così la vita non ti portava via morta e legata in viso. pomeriggi <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">inotropici</span>. e allora costringi un dio codardo ad essere futuro. mentre la prudenza è umida e buia a casa. la geografia della fuga scende con noi. pomeriggi amniotici. con la <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">disperazione</span></span> del sudore elegante. compri sorrisi pericolosi ma non sai perché. nella mano ferma e limpida davanti alla bocca. i tuoi occhi sotto la luce arancione della sveglia restano caldi. e ripidamente bassi. che chiamano <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">fosfeni</span></span> migliori dalle mie mani. pensieri vestiti. "l'invernobrillante morto" e altri "regali bruciati". spine assetate in sillabe. occhi nudi fra eversioni periferiche. quando ci guardiamo, ma fermi. e il tempo che si lascia prendere. un'intera settimana sul punto di vomitare. forse riesci a guarire un dio ma quando è solo. per una stagione <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">presumibilmente cosciente</span>. in una finestra sconfinata. per una ragione</div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-76470509022959567792009-10-04T09:16:00.005+02:002009-10-04T09:55:17.352+02:00certe notti lasci le ferite ad asciugare e in altre tieni in caldo anche quel sangue<div align="left">"conosco i tuoi occhi profondi senza un fondo. pieni di pietre come monete in una fontana. quelle sperano di far tornare le persone. da te non è tornato mai nessuno."</div><div align="left">("where he at", "once again a fond farewell")</div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-7538058106608506112009-10-02T13:46:00.006+02:002009-10-02T14:46:39.036+02:00"ho piantato dei fiori qui, per te"<div style="text-align: right;">ci sono interi giorni distesi sui tuoi occhi. sulle mie mani sporche. sulle nostre parole stanche. le stagioni straniere che si prendono anche la nostra sete. quel giorno poi i tuoi piedi nudi di ottobre hanno accorciato la distanza del mio perdono. il tuo slancio edilizio ti fa costruire nuove case e nuove scuole colorate. dentro di me. lo scorso inverno doveva essere caldo. le mani nude come in quella domenica in cui cedevano anche le gambe. eccedevano parole di scarsa farmacia. siamo morti mille volte. come il parco poi ingiallivo anche io. che ero avvolto nella tua coperta stretta. che ero morto nella tua fretta. le stagioni arrugginite sempre a parlarsi meglio. sempre a scavarsi dentro cercando un rosso vivo. l'esilio delle nostre compassioni militanti. che vanno di merda anche le attese convinte. interi capitoli caduti in un giorno. giorni salvi. bruciandone altri interi per consumare tutto il caldo. lo scarto di un sogno e le tue previsioni dense. il mio brulicare. il mio silenzio eccessivo anche per te. quando perdo i tuoi ami neri e raccolti. quando entri dentro una frase oscena e arredi di nuovo le convinzioni. siamo morti dentro la sabbia grigia delle demolizioni. quando penso ai tuoi vestiti ordinati e alla mia voce colorata. quando sogno una risposta che parla di una fila lunghissima. l'unica persona viva dentro quella stanza con il mare. giorni distanti sui tuoi occhi. come province inopportune per la tua auto da città. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">allontanando</span> cieli <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">amezzapensione</span>. con un dito. e poi tutte le voci che sembravano cariche di piombo. tutte le tue città spente. le nuove canzoni che mi scaldano e sono anche un po' stronzo. come mi hai detto tu. fingendo ghiaccio accarezzo il pomeriggio <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">emicranioso</span>. rimango di notte. ma non cambia il nome. scendono stanze vuote e libri bagnati. scendono sale e neve per restare in equilibrio. e poi riscrivo tutta la pubblicità nervosa dei miei sbagli. risparmio spazio alla nostra religione edulcorata ma non mi fa sentire meglio. giorni sommersi senza una <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">destinazione</span>. mi è rimasto solo un pezzo opaco di te che non mi basta più. piccole assunzioni che ti rendono partecipe di un giorno sociale. intanto io parlo di altri suicidi più o meno consapevoli. le mie figure di merda dopo due minuti che parlavamo. e poi mi ubriaco la seconda volta riuscendo solo a non farti parlare troppo. poi rimango muto io quando tu mi guardavi da lontano. malattie assordanti che scendono dai tuoi timidi ritardi. pieno di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">consapevolezza</span> resisto. c'è un po' di disordine e deserto grigio. c'è un po' di digestione e fughe senza discolpe. altre onde reduci dal mondo. altre passioni equiparate a quelle dei giorni passanti. persone nude e quelle spogliate. il tuo sorriso che sembra un vestito leggero. ma non riesce a rincuorarmi. muri e mari di gomma. baci di stoffa e derisioni. "qui, dove non c'è ombra"<br /></div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-15303746047665043112009-09-18T16:14:00.003+02:002009-09-19T17:22:13.497+02:00quel giorno in cui non mi riconoscerai<div style="text-align: right;">sarà di cioccolato. nonostante fossimo ad un metro da terra ci piaceva resistere ai viaggi nel vento. le navi che ci <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">attraversano</span>. tua madre che fuma da sola. sarà di sole. e ti farò spazio sul mio braccio pieno di nodi. come quando pensiamo ai tappeti distesi nei nostri boschi di carta. il debito che possiamo permetterci. spostando i temporali fuori dai tuoi occhi e fuori dai tuoi calci. per una volta puoi disegnare tu. per una volta sarà mattino. secoli a parlare dell'amore che demolisce. la sera che ritardava ma non come me. l'aria diversa da noi, tanto per cominciare. le guerre giornaliere quasi sempre senza contratto. perso tra i tuoi capelli che mi portavano a casa. le ambulanze che non piangono. quando moriremo dal vivere. le cose in comune per tutti quelli che si mettono in ordine. già il sentir affrontare certi discorsi ci fa capire che uscita prenderemo. tutto quello che paghiamo. spostando i temporali fuori dai tuoi stati emotivi. e non era più indecente guardarsi negli occhi. non era più deprimente. mi chiedi dove viviamo. ma non so cosa dirti. ormai. la nostra ombra che riscalda. niente migliora e inizi a convincere. le favole bruciate e solo per decenza di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">risparmiarle</span>. "nemmeno la voglia di cercarmi". e ci sarà un tempo necessario anche per aspettare. diverse distanze che non temono il freddo. ti sei persa ne "la casa delle bambole"<br /></div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-74515976137614086982009-09-12T22:52:00.010+02:002009-10-03T11:48:38.407+02:00gli ultimi amori dei cosmonauti<div style="text-align: right;">tutto. dovrebbe essere più bello. "magari parliamo dopo". senza rincorrere nemmeno una nave. senza ricordarci dove siamo stati. anche se era solo ieri. poi camminando lenti, con gli occhi sempre in piedi. i cieli a strati. volevi sembrare meno buona. il rumore in difetto, delle foglie mancanti. poi senza tradire i propri passi. le persone che non vengono restituite. mi fermi. per parlare. quando non capisci il disarmo degli occhi che guardano. ed era solo neve indifesa. quindi non pensare alla luna che cade a pezzi. il posto del fragore indistinto dei tuoi occhi. così dorme anche il crollo di luglio. poi io. dormivo vicino a te e alle tue vittime sapienti. ai nostri vestiti estivi dentro i fiori. al letto scomposto. e non avrei mai voluto sapere così bene quanto ti somigliasse lo stupore del tuo stesso pianto. del ricordo che ancora durava e piangeva abbiamo solo l'autunno degli alberi in affitto. quello che cercava più tempo per stendersi e morire contento di sera. non respiri più. e no. non riesco a <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">concentrarmi</span> sul cielo, ma solo su un rettangolo di cemento. quell'autunno che ci cercava e dimenticava la sobrietà che dà l'aria. allora io provo a pensare al disarmo degli occhi che guadano i tuoi. e mi viene in mente solo una fabbrica. ogni suo pezzo. che ha il suo posto. quell'ordine che svuota interi giorni e che comunque rimane. poi le mani sciolte sulla sera. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">spezzandogiorniatintaunita</span>. il mio affanno. e non riesco a parlarti dormendo a terra. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">perdutamente</span>. poi le mani sciolte sulla sete. i vestiti astratti. che coprivano a stento le regole strappate. la politicità organizzata. non so nemmeno dove sei stasera. e neanche un solo cosmonauta si è mai buttato. nè è stato sconfitto dal buio. senza ricordarsi dove siamo nati<br /></div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-7515415610708249752009-09-07T03:09:00.007+02:002009-10-02T12:17:27.251+02:00il cielo è fragile come il tuo slancio edilizio<div style="text-align: right;">crederci. nel nulla che torna sul posto. quando smonti il mondo con un silenzio estasiato dalla sorpresa, e poi avanzano pezzi. che rimetti con cura fra di noi. e allora. prendendomi per mano un giorno sembrava più che migliore. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">sorvolandoci</span> senza fare attenzione. allarmi fuori soccorso. e vorrei imparare a nuotarti. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">senzapiùvolermicurare</span>. da te. nelle nostre albe del giorno prima. il mio stomaco stanco di sopportare tutti quei rasoi senza nemmeno un filo d'argento. ma con occhi felici. con l'odore fresco di quando non dormo. e sto fermo a sfiorare. e se ne stanno a rasentare il tempo. con gli occhi gonfi e gonfiati dall'arte di emergere dal miele. quasi mai abbastanza dolce. né docile. raschiando sul fondo. rischiando sul fondo. crederci. sul nulla che torna al suo posto. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">senzamairiuscire</span>. in fondo. sorrisi esplosi per caso come effetti collaterali. le coordinate. le lettere che fanno differenza e diffidenza. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">senzarime</span>. la neve di noia. stanca di aspettare una stanza. e forse sei davvero abbastanza capovolta da non litigare con tua madre. in silenzio e con sentimenti estraibili. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">masenzaautocontrollo</span>. buttandosi che poi metti le mani sul gas e muori. metti le mani sul gas e poi ti muovi. fatti <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">letteralmente</span> viva, con tutti i traslochi del caso. infortunato o fortuito. scoprendo nuovi pomeriggi. che li puoi prendere tenendoli per mano. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">senzacheiltemposiaunsopravvissuto</span>. perché non insorgono i partigiani. perché non risorgono i partigiani. tra la violenza e il sacro. di passaggio o del paesaggio. sbattendo la porta ne aprivi altre cento. e non parlo con <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">giorgia</span> finché non cambia il tempo. graffiando poesie. che certi giorni diventi un'isola. parlando di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8">call</span> center con novità migliori, con una guerra che non vuole finire in giornata. partendo con le lame nuove. nessuno che parli mai dei nemici. nel momento del bisogno. il passato trapassato da parte a parte. gioia non parla più del disgusto della vita. e infatti non hai più paura. i tuoni spenti. mille mani sulle nostre possibilità. appunto. con un tono <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_9">diversificato</span>. non ti piace volere. che le strade che portano al mattino siano troppe a volte. come se niente fosse. instabile. che poi diventano parole a fare la differenza. come se niente fosse. invidiabile. non ti piace volare. la sindrome del dissenso. alla fine non c'erano segreti né segregati. con un cielo scaduto ma mai scontato. che a <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_10">napoli</span> io credevo di essere risorto. e poi tu mi anticipi sempre senza appoggiarti. le repubbliche infondate. le storie in pianura. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_11">francesco</span> che suona, remo e checca poi puliscono. legarsi. crederci. nel nulla che forse torna supposto. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_12">senzadireniente</span>. e allora? no. la tregua non è qui<br /></div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-3169388539895713172009-08-30T20:48:00.002+02:002009-08-30T21:12:45.661+02:00dimmi cosa vuoi che succeda dopo che ci siamo dati fuoco al cinema<div style="text-align: right;">la religione non c'è mai stata per tutte quelle ferite lasciate aperte sul comodino prima di dormire. andandotene in silenzio. perché non hanno le porte <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">antipanico</span> all'obitorio. due possibilità diverse, come se una non me ne bastasse. e pensavo solo alla neve straniera. a noi che non abbiamo mai <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">addomesticato</span> abbastanza il ghiaccio sui vetri, tutte le sue nuvole di fumo e le luci spente. e allora non potevi dirmi cosa pensavo. non potevi rendere innocue le malattie di settembre. un prezzo senza rate. come se <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">sterilizzando</span> le mani tu riuscissi a ballare sugli ultimi accordi, senza cadere con quel silenzio ferito. senza che quindi ne avessimo mai parlato con gli occhi slegati. tanto che allora non potevi dirmi cosa pesavo. non potevi rendere altrettanto inopportune le mattine di settembre. la pioggia che stenta a scendere e che stenta a crederci caldi. coltivando la sobria fiducia senza pensare al ritorno. perché poi non chiudevi gli occhi. <span style="font-style: italic;">perché poi non chiedevi gli occhi</span>. un prato senza pietre. un petto senza rete. coltivando la sfiducia senza pensare al ritorno di fiamma. come se il tuo di diaframma potesse rendersi conto dell'aria sempre più spessa. sazia di noi e degli occhi accesi e chiari. altrui. densi di aspettative mai appagate. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">avventurieri</span> senza sera. avventure senza sete. senza che ciò significhi un sorriso, vorrei passare a prenderti. senza dovermi più <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">accontentare</span> di sognare i tuoi capelli. e svegliarmi poi come un <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">sopravvissuto</span> con le labbra spezzate. vorrei passare al pretenderti. ma poi torneresti a parlare senza più demolire la camera. a sederti senza più chiederti perché nessuno faccia ormai certe domande. e allora ci penso anche io. poi trovavamo quei ricordi senza <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">riabilitazione</span>, che ancora non camminavano. smetto di urlarmi addosso visto che tu sai dove venire a cercarmi. e lo fai sempre senza <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8">preoccuparti</span> di dovermi <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_9">necessariamente</span> trovare cosciente. e allora inizi a pensare, forse, che vivere nel frigo non sia poi così stimolante. che i tagli non servono per respirare</div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-43877438595618837962009-08-29T14:37:00.002+02:002009-08-29T14:54:34.991+02:00l'altra pace della setepretendere dolcemente che le ore diurne dell'inverno siano più clementi con le nostre aspettative. qua quanto è larga una stanza? <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_0">perché</span> non ho le tue distanze di seta. <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_1">perché</span> hai vissuto un giorno solo come le farfalle. le mani e gli occhi consumati in questa impazienza tesa e drastica. pensando al mare calmo di sera. pensando a qualche strada stanca. pensando alla nostalgia di scegliere con lentezza le nuvole di carta disegnata. i tuoi occhi come recinti di fusi orari. come quasi recisi dai fusi orari. il centro diventava una spiaggia con il suo mare buio e il continuo <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_2">confondersi</span> di giorni e regolarità. i tuoi salti sulle mie incertezzeoccasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-64229917258416452009-08-23T19:58:00.008+02:002009-08-27T21:56:37.812+02:00quello che è rimasto invenduto e una canzone per laura<div style="text-align: right;">non possono esistere motivi anche solo <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">lessicalmente</span></span></span></span> "buoni" per dimenticare. e sopravvivi al traffico d'organi. anche solo andando nel senso contrario delle cose, senza abusare di mezzi termini. mezzi termini pubblici. o <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">pubblicizzati</span></span></span></span> insieme ad una prospettiva migliore e migliorata della nostra infedeltà alla linea. pur andandotene via uscivi dal comune concetto di corsa. e anche da quello della rincorsa. la tua eleganza mattutina presa al volo più volte. abusando quindi del silenzio costituito mi confidavi eterne luci e <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_2">schiavitù</span> represse nel sangue. la de-<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">purazione</span></span></span></span> nelle "incidenze fuori percorso". fuori dal tempo <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">massmedializzato</span></span></span></span> disegneremo cornici migliori. letti che sono davvero una piazza. anche andando nel senso contrario delle case dopo la crisi. di nervi. la crisi delle nevi perenni coincide abbastanza. le mani strette e cucirmi. per scoprire il colore del sonno. le mani strette ai cuscini. "sei pollici" lo trovi divertente. dove rimangono stese le tue gambe. dove possono rimanere le stesse, anche le tue gambe. ritorsioni <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">estemporanee</span></span></span></span>. gli occhi di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">lampedusa</span></span></span></span> senza ritorno<br />°°°<br />la nuova congiuntura. quando a settembre ti tufferai di nuovo. in me <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">starless</span></span></span>. l'edilizia impopolare. il sonno pregresso che torna a galla. che <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">laura</span></span> legge sempre ad alta voce. e piano, come per chiarire e non perdersi ancora. quando rimanevi sola anche tu volevi scappare. i fantasmi che affogavano finalmente nei tuoi occhi. di notte <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8">quando</span> le tue gambe portavano un fiore e io mi innamoravo in silenzio. la vita facile dei nemici legali. la forza di un pugno. rimanere in equilibrio tra te ed il freddo degli oceani aperti. sempre di notte ti svegliavi. tra poesie senza il burrone di neve. il corsivo <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_9">fotografato</span> male. il treno che sorpassa. mille baci ancora. rimanere in equilibrio tra te ed il freddo degli oceani scoperti e più larghi del loro sale. "dai vita alle carezze"/"prima che ti riduca a più miti consigli". i fantasmi che non affogavano più dentro il mio letto<br /></div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7901383219851011506.post-75399281041278713262009-08-18T19:26:00.005+02:002009-08-18T23:36:52.714+02:00"annebbierò anche i guai"<div style="text-align: right;">non ci sono note o tempi da rispettare. la neve cade sul prato nudo. le mosche muoiono avvolte da uno strano veleno rosa. il fumo scolpito nella stanza. il silenzio urbano fatto di macchine e frasi sceniche ma mutuate da muri spessi. che le assorbono come se fossero fatti di catrame fresco. i tuoi occhi fissi sulle nostre domande e io che mi divincolo dentro. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">ostinatamente</span></span> freno la mia corsa violentando le dita sul tavolo. l'<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">aspirapolvere</span></span> non si muove da un mese e sembra ieri. non funziona con questa nostra nebbia umida e densa. con le nostre passeggiate diradate. non si chiede perché, non aspetta. rimane a fissarci come i tuoi occhi stretti in un abbraccio profumato di addio. e penso che nemmeno il freddo potrà fermarti. e penso che forse nemmeno l'estate di due anni fa potrà <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">sorriderci</span></span> più. e penso che stanno riuscendo ad aprirci come hanno promesso da anni. la nostra vivisezione reiterata. la nostra licenza ritirata. il fresco <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_3">soccorrerci</span> per mano. ma senza toccarti. senza sfiorare le tue passive calamità che durano due minuti. il traffico delle ambulanze e i letti troppo stretti si rincorrono nei tuoi occhi. <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">accavallando</span></span> la tua gamba sopra la mia. il brivido di un pomeriggio con gli <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">straordinari</span></span>. mi manca il silenzio disarmato. come <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_5">enrico</span></span> e gianna ci <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_6">confrontiamo</span></span>. un centro del mondo relativo. un centro del mondo reattivo alla nostre domande. un centro del mondo reazionario. un centro di primavera temporanea non lascia in bocca sorrisi. domenica non é sempre domenica. il fruscio dei gabbiani. e ricordami quello che hai detto. il gas blu delle sirene ripiegate. ma non abbastanza per guarire. seduto sulle ore rimaste a dieta da ieri. l'angolo giusto per sorprendere un sonno <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">anestetizzato</span></span>. le schegge della forza di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_9"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_8">daniele</span></span>. il disordine che puzza e la sua umidità. questa nebbia fatta comunque da parole disidratate. "voglio e posso perdere". sveglie appostate. nato dentro di noi. là, nato dentro di noi. la nato dentro di noi. con le ossa rotte. con le ossa rade. le mani appese ad un filo. nati prima degli esami. salvagenti troppo apprensivi sulle nostre piccole scale. sentimenti <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_9">prefabbricati</span> che però <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_10">mettono</span> radici. mani arrese davanti ad un tiro senza passare dal via. le nostre <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_11">emoattività</span> con cautela. a basso prezzo. con l'album di <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_10"><span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_12">pier</span></span> paolo sorridi dolcemente, mentre vorrei parlarti anche solo per caso. almeno<br /></div>occasionehttp://www.blogger.com/profile/04654816747531926020noreply@blogger.com1