3 ottobre 2008

fammi andare dove crescono piante nuove

arriva quando nemmeno lo sapevo, nemmeno immaginavo che esistesse l'autunno. noi che vivremo sopra i confini internazionali. non toccheremo mai terra. io non ho tempo libero, il mio tempo è solo morto. abitiamo qua dove non c'è nemmeno aria vera, ma postdatata. cerchiamo essenze dove sono solo generalizzazioni. e mi dimentico di ridere alle sue parole, mi scusi. io che ti parlo dei miei giochi e del mio pallone mai caduto. vorrei vivere per dormire e leggere quello che voglio. ma è troppo caldo per crederci. dormiamo sopra i camion per vedere le autostrade da un'altra prospettiva. e i manichini cantano meglio di chi non ci crede davvero. i campi sembrano tutti bruciati e davvero il molo ancora canta. io che scrivo canzoni per te e le canti meglio della mia testa. il mio zoo mentale spaventa anche me. e sogno di parlare come te, e riesco anche nel sogno a correggermi da solo se sbaglio. devo giocare meglio. e dormo storto e dormo senza dormire davvero. la mia personale orchestra non va mai via da queste mani. avere il pollice nero. i titoli che compaiono sempre, di continuo. ha piovuto tutta l'estate sopra di me, ma ero a tenuta stagna. arrivi tu e della pioggia fresca mi allaga l'anima. mi si sono allungati i capelli com del resto il senso di te, in ogni cosa. le cartucce scariche e le cazzate. ci sono ma non mi riconoscerai. vorrei portare gli occhiali e tornare indietro fin quando so io. vorrei avere il coraggio di mettermi nel giardino che non ho durante "la testa libera" che non ho. i supereroi non credono e non cedono ai fantasmi. e i nostri fumetti dilatano al sole. fortuna i controlli automatici. ho abitato luoghi che nemmeno ho visto riposare ma solo passare. non voglio una sveglia vicino al letto e non riesco ad accettare certe cose stupide. le sedie sono là ad aspettare il tramonto. le case non parlano ma piangono. e si che si sente bene. ritornare a spendere fede nell'altare. che certi luoghi diventano templi in onore della crescita, dell'amore e della morte. ma nessuno è veramente laico fino a tal punto. e forse già mi ci hai portato, solo che sono stordito

1 commento:

Anonimo ha detto...

"vecchio.benedetto pekisch,
qsto non me lo devi fare.non me lo merito. io mi chiamo pehnt, e sono ancora quello che se ne stava sdraiato per terra a sentire la voce nei tubi, come se quella arrivasse davvero, e invece non arrivava.non è mai arrivata. E io adesso sono qui. ho una famiglia, ho un lavoro e la sera vado a letto presto.il martedi vado a sentire i concerti che danno alla sala trater e ascolto musiche che a Quinnipack non esistono: Mozart, Beethoven, Chopin. Sono normali eppure sono belle. Ho degli amici con cui gioco a carte, parlo di politica fumando il sigaro e la domenica vado in campagna.amo mia moglie, che è una donna intelligente e bella. mi piace tornare a casa e trovarla lì, qualsiasi cosa sia successa nel mondo quel giorno. mi piace dormire vicino a lei e mi piace svegliarmi insieme a lei.ho un figlio e lo amo anche se tutto fa supporre che da grande farà l'assicuratore.spero che lo farà bene e che sarà un uomo giusto. la sera vado a letto e mi addormento. e tu mi hai insegnato che questo vuol dire che sono in pace con me stesso.non c'è altro.Questa è la mia vita.io lo so che nn ti piace, ma non voglio che tu me lo scriva.perchè voglio continuare ad andare a letto, la sera, e addormentarmi.
ognuno ha quel che si merita.io forse ho capito che il mio è questo qua.HA DI STRANO CHE è NORMALE. mai visto niente del genere a Quinnipack. ma forse proprio per questo, io ci sto bene. A QUINNIPACK SI HA NEGLI OCCHI L'INFINITO.QUI, QUANDO PROPRIO GUARDI LONTANO, GUARDI NEGLI OCCHI DI TUO FIGLIO. ED è DIVERSO.
NON SO COME FARTELO CAPIRE, MA QUI SI VIVE AL RIPARO. E NON è UNA COSA SPREGEVOLE. è BELLO. E POI CHI L'HA DETTO CHE SI DEVE PROPRIO VIVERE ALLO SCOPERTO, SEMPRE SPORTI SUL CORNICIONE DELLE COSE, A CERCARE L'IMPOSSIBILE, A SPIARE TTE LE SCAPPATOIE PER SGUSCIARE VIA DALLA REALTà? è PROPRIO OBBLIGATORIO ESSERE ECCEZIONALI?.
IO NON LO SO. MA MI TENGO STRETTA QUESTA VITA MIA E NON MI VERGOGNO DI NIENTE: nemmeno delle mie sovrascarpe.C'è UNA DIGNITà IMMENSA , NELLA GENTE, QUANDO SI PORTA ADDOSSO LE PROPRIE PAURE, SENZA BARARE, COME MEDAGLIE DELLA PROPRIA MEDIOCRITà.e io sono uno di quelli.
Si guardava sempre l'infinito a Quinnipack insieme a te. ma qui non c'è l'infinito. e cosi guardiamo le cose e basta.OGNI TANTO, NEI MOMENTI PIù IMPENSABILI SIAMO FELICI.
andrò a letto questa sera e non mi addormenterò.colpa tua vecchio, maledetto pekisch.
ti abbraccio. Dio sa quanto ti abbraccio.
Penth"

questa lettera è rassicurante, ci dice che forse rimarremo sempre dentro alla nostra bolla di sapone da cui riflettono solo mille arcobaleni, ma se cosi non fosse,sai di cosa parlo,non ci sarà niente di male ad essere mediocri, perchè possiamo reinventarla l'abitudine. e stasera è stato bellissimo prevedere tutte e tue evoluzioni alle tue pippe mentali taglienti ma non troppo.parliamo sempre di bambini ma"cosa racconteremo ai figli che non avremo di questi cazzo di anni zero"?