11 aprile 2009

respirare a Bhopal scoprendo che l'aria non è cambiata

sto bene solo con le braccia vuote. solo come il mondo con certi pensieri pieni di muco. il porto pieno di nebbia. il porto pieno di sabbia. cemento umido. aggrapparsi l'uno sull'altro. con le braccia vuote e svuotate. dal vomitare tutto quello che non ti ho detto mai. 510milioni di bugie tagliate male. sara così, domani. senza accenti. sporcarsi insieme dopo aver fatto la doccia. tutti quelli che vanno in vacanza fascizzandosi la testa prima di cadere in depressione. non dobbiamo più prestarci i cd. e per noi non c'è altro che l'estate. non metti mai l'antifurto se siamo insieme. non riesco a far staccare nemmeno un pensiero da te. e per noi non c'è altro che l'estate per accoglierci e poi sarà necessariamente l'inverno a farci riscaldare insieme. la pioggia che parla di tutta questa follia. con il mare che si perde. i tuoi occhi che non sono mai colorati. inciampare nella notte. tornare a vomitare. tornare a scoprire al mattino che non tutte le mimose sono ematiche. a ripensare a tutte le volte che sei scappata per paura di violentarmi la testa. a raccogliere di corsa dentro di te l'ultima miosi piena di empatia, perché slegare la luna per pietro ci sembrava l'unica cosa da poter finire per quella nottesfinita. non parlare era lucidamente rivelatore. come se tutto questo silenzio avanzato fosse una confessione profonda. approfondita in queste canzoni senza musica che troviamo. lo stomaco profondo, i tuoi reni inconfessabili. "perchè stare con te fondamentalmente è come stare al largo". disperata e felice. tanto che ci addormenteremo anche noi sul tetto di una macchina in una nuova città, accarezzati da una neve che non sarà acido per le nostre incurabili perplessità
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che non basterà nemmeno il primo delle cocorosie per quando ci abbracceremo. che l'acqua di casa è servita tutta. penso al dopocena di questa nuova estate. penso agli incidenti che toccheremo. privo di elettrostatica. l'aritmia. la giusta metà che dovremo incidere. il treno sotto casa che vediamo partire senza di noi. il vuoto onnicomprensivo del palazzo bianco che ci sfida con una canzone d'amore "tekno"

1 commento:

Anonimo ha detto...

la domanda è: perchè?
la risposta è: ibogaina!