"ogni angelo è terribile", anche se mi paragoni a tutte le finestre chiuse. l'inizio del cielo estinto che esce dalla cornice di lana colorata ancora di colla. il meno male possibile. le bugie che evadono verso una stagione migliore con il preservativo. mentre qua arrivi tu a ridere della generazione degenerata nel silenzio suicida dei condoni redditizi. la costante manomissione delle tue combinazioni. chiusa in camera tanto che non bastano le mani. continui a cancellare colori con le forbici rimanendo fedele solo alla liturgia del sabato di cera che forse ti salva davvero, aspettando in silenzio che ogni luce torni ad essere plastica nella sua infermità. come ogni falsa poesia svenduta che accende i tuoi capelli chiusi, si sciolgono al sole le foglie blu che scalciano via i test anatomici. le notti desertiche senza il loro freddo. le nostre elezioni e la pena che ci invade. gli scudi antisommossa che ti si stropicciano in borsa, ma tanto ci sono le rassicurazioni pubbliche. e quelle pubblicizzate. con i nostri reciproci confini che si spostano. ogni mattina svegli e perplessi in cima al ghiacciaio. forse ancora deviati su un altro binario, concludiamo che la comunità dei mali ha ereditato ingenuità e presunzione non presunta. anche se non capisci sotto quale corrente respirino e volino via le strade. nonostante un trasloco. la retromarcia di un punto scoperto con una bassa tensione ci taglia le spinte emotive. chiedendosi perché una persona voglia morire lontano. la coscienza più vestita anche se non fa festa. l'abisso di Jacque non è mai stato così illuminato e calpestato. e non ho mai avuto voglia di coprire. aspetto insolente che ogni mia voce torni ad essere di plastica. under our doors. gli inverni a metà prezzo hanno molte ragioni per non essere ricovertiti. e non doveva esserci nessuno a controbattere a questa guerra piena di turisti invasivi. l'inizio del cielo estivo si scolora negli addii programmatici. le risposte che sono state debellate, il sole che ultimamente si trucca in un modo strano. se torno adesso potrebbe esserci del sale ad asciugarti il mare. e non ho mai avuto voglia di capire l'ostinatezza che attacca i quadri, come se fosse possibile fissarci o confessarci in qualche modo o buona maniera. le parole sbattezzate che non pregano più. come ho detto, "disinfestarsi", ma solo le ferite. gli effetti collaterali dei bombardamenti hanno sempre un nome. e non abbiamo mai colto l'inganno di un qualsiasi soffitto come se fosse un fiore. ed è davvero possibile scambiare p. con due pesci rossi, come nel libro. il falso piano della memoria ti ha indebolito il fegato. come fai a sopportare in silenzio, come fai a supportare in silenzio. tutte le cose avanzate non sono materialmente condivisibili. le pistole in faccia al mattino per non dimostrare. le manifestazioni del difetto. il sonno, solo lui scarcerato permette di sentire il freddo. altre persone semestrali resistono, per esempio alla benzina con meno sillabe. "anche se abiti sotto di me". hanno comprato il porto dove prima potevi nuotare. non ci puoi nemmeno più vomitare con gli occhi tutto quello che volevi dirmi sui cieli in affitto. sulle lezioni silenziose delle discariche. che sul nostro cielo hanno steso un velo impietoso anche se non era morto. e aveva ancora la tuta da lavoro. che hanno steso sul nostro giudizio un veto impietoso
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3 commenti:
come dici tu le cose...
(ho problemi di sconnessione)
E se non dovesse più tornare?
non tornerà..
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