29 agosto 2009

l'altra pace della sete

pretendere dolcemente che le ore diurne dell'inverno siano più clementi con le nostre aspettative. qua quanto è larga una stanza? perché non ho le tue distanze di seta. perché hai vissuto un giorno solo come le farfalle. le mani e gli occhi consumati in questa impazienza tesa e drastica. pensando al mare calmo di sera. pensando a qualche strada stanca. pensando alla nostalgia di scegliere con lentezza le nuvole di carta disegnata. i tuoi occhi come recinti di fusi orari. come quasi recisi dai fusi orari. il centro diventava una spiaggia con il suo mare buio e il continuo confondersi di giorni e regolarità. i tuoi salti sulle mie incertezze

2 commenti:

Anonimo ha detto...

lasciarsi stare è un 'arte che devi imparare e forse è più facile sulla terra che sulla luna..lasciarsi stare..

E. ha detto...

lasciarsi entrare.