e non riesco ad attraversare. la conferma di recapito. tutti i partigiani del mondo. la felicità di sentirci uguali ci ucciderà. in un sonno che dura dalla nascita. i suoi incubi restano a bagnare il silenzio del torto. nel sole irriconoscibile che raffredda questo deserto di carta bianca e muri ogni giorno più alti. il colore della speranza stempera ogni partenza. in tutte le cose che già sono state dette ma che comunque non sapremo mai. giù nel fondo degli occhi chiari, con un unico riflesso di sete rabbiosa. il colore della gioia di un nome ritrovato. perché ogni somiglianza diventerà una colpa che solo inizialmente sarà sconosciuta. con un ronzio continuo e umido di interi apparati di nuvole. "la fine assoluta del mondo". dove ci ricordano di essere vivi e non vivificati, come dice tutta la pubblicità colorata. le città che si legano in abbracci sulla tua schiena. così si profumano. "ma solo la rivoluzione salva il passato". le pallottole che escono dalla televisione. ma dove. le malattie incurabili che tagliano le reti nere sopra la testa. il prato viola che muore ad ovest dietro la fabbrica. il mare sempre più blu ottiene dei favori sorprendenti. il ronzio metallico dentro il braccio. il ronzio metallico dentro la testa. una canzone piena di mostri e fantasmi in bianco e nero. la felicità di sentirci uguali ci ha già ucciso. tutti i colori che ti resteranno addosso domani nonostante la pioggia. meriti sempre le ultime parole prima di un ciao
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ogni casa è un prodotto industriale conforme alla terapia primaverile. "è la mia droga, non - ti - può far male". scoprendo che si può cancellare anche il futuro