17 agosto 2008

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se si possono rinviare i sogni. e quel giorno si mise a piovere, tanto da gonfiare tutte le case fino a scoppiare. e la notte sembrò infinitamente semplice e piacevole da colorare ancora con tutto quel bianco di dentro. e le telefonate furono benedette anche da quel dio salutista. inutile crederti possibile come il domani che aspetterò qua. sicuro come salutarsi di corsa.le parole sembravano uscite da un libro scritto da un matto. correndo contromano nei miei pensieri prendevo i premi da "soddisfatto o rabboccato". i tempi neri che piangevano miseria, tutto sembrava come l'onomastico funebre dei palloncini colorati. se mi facessero il palloncino lo bucherei. improvvisamente mi dimenticai di come si poteva camminare sotto le regole umane. anche se da un po' ero pacman. i fantasmi ciechi della tua storia cantavano ubriachi di noia inenarrata. emozioni boicottate dalle tasse aeroportuali dei tuoi giorni sorvolando i miei. pioveva davvero quel pomeriggio e la merenda al parco non fu bellissima solo per i comuni mortali. trovarsi infortunati durante il gran premio delle tue montagne russe. tutto sembrava possibile sotto questa calda speranza di riuscire a vincere la realtà camminando sui cuscini di carta riciclata. dormire giorni interi senza aria. e i labirinti si srotolarono in autostrade in discesa senza freni. e gli occhiali ebbero sorrisi di arcobaleno, la notte senza sonno e con i guanti fu dolce. le tue di discese furono da dea in volo

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