ininterrottamente alba. sentirsi bene se piove, che almeno devo venirti incontro. gli spiriti del parco non compaiono mia bambina. tu senti freddo di notte e io sudo. ancora è caldo per me, senza un perché. dove cammino sento salda terra, e non importa altro. non mi tremano le mani e sicuramente non rimpiango nemmeno le mie corse. e ci sarà un giorno che cadranno le poltrone, e dovranno essere cambiate. dovrò anche cambiare macchina, ma non la rottamo. quella no. mi sono lasciato rottamare da altro, permettendo anche che il cubo di me rimasto potesse andare in giro a mio nome. io mi sono comperato gli occhiali. e anche tu, strano. io risparmio i miei ricordi per te. che tutto mi urla di scappare da questa città annebbiata, ubriaca di silenzi sommessi e sottomessi. tenue tensioni che tendono a piovere. mi si aggrovigliano sogni ad occhi aperti, mi si confondono i giorni e i momenti. i sogni si fanno ricordare e non c'è cosa migliore nel mio mare di vernice nera. diventano come segnalibri. che a casa mia, le luci delle scale hanno un tempo molto breve di luce. e sarebbe un concerto. azzero i debiti con le mie paure per sorridere senza rete. che i tuoi pigiami da me desiderati sono troppo corti per te ora. mi parcheggio in fondo ad una galleria infinita quando non sento aria. completamente illuminata, che ti fa sentire tutta la sua infinità. le tue carezze ora. non vedo l'ora di prendere per la prima volta lo zucchero filato con te. sentirsi fuori corso a casa, molti esami indietro. sentirsi fuori corso da un po' troppo tempo ma comunque rimanere ad occupare questa strana facoltà, con le proprie facoltà mentali centellinate, ma comunque disperate, disparate e disperse volutamente o no. fatto sta che dimentico di comprare le sigarette ogni volta che inizia a piovere e c'è, grazie al mare nella tempesta delle tue parole, lo sciopero degli ombrelli
28 settembre 2008
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