2 settembre 2008

"sailing" = ...

rubarsi in cima alle scale che ancora sento la nebbia negli occhi. i regali e i prestiti. piangere guardando i binari che ti portano a casa. allevamenti di koala rompi balle nei nostri momenti, mentre piove quando meno te lo aspetti. le parole infinite che volerebbero volentieri alle hawaii. che mai ti avrei mostrato questo mondo pieno di ragnatele e lacrime versate correndo e che rimangono di traverso. letti sempre troppo larghi e un freddo siderale che batte cassa nel sonno irrequieto del fuggitivo. il profumo stupefacente di una cintura. e un mare appeso al collo. l'avere consapevolmente paura di cadere, ma in realtà sotto ci sono solo ettari di petali strappati, giorno dopo giorno, da mesi per te, per questa vertigine. la necessità di scrivere te in un foglio bianco, ok, ma sempre, davvero, troppo stretto per noi, un po' il contrario del letto. un capodanno estemporaneo a rincorrersi sotto lampi di fuochi artificiali che in realtà senti scoppiare solo dentro lo stomaco, in fondo agli occhi. mi rendo conto solo in parte della profondità del cielo trapuntato di stelle, pieno di stalle comode per scaldarsi e scappare dalle urla. oceanandoci dentro. che non bastano mai le righe, che non basta mai il fiato a corrermi dietro da solo per renderci qua, fermi e ordinati. capire che tutti i segnalibri del mondo, dopo ieri, sono inutili. un segnalibro che segna il cuore. rubare il cielo per sdebitarsi mettertelo sotto le coperte per farti volare un po' più in là di questo emisfero così da dimenticare tutto quello che dovrebbe tacere. qua si affoga, qua c'è polvere, non confonderti. sei sempre nel sangue che mi muove la mano nervosa, sei negli occhi fissi alla fine della strada, sei nei silenzi che riempono mesi. sei il sorriso più lungo della mia vita. sei nella voce che parla ad una statua incompiuta in fondo al mare. le bestemmie nemmeno troppo laiche oggi per cercare di calmarsi. inutilmente. che tanto non mi passa la furia. ora basterebbe prendere altro e renderlo inesistente. vorrei essere un palombaro, un valvonauta, l'onan che ti prende e ti salva dalle onde del tuo mare di lacrime senza respiro. vorrei essere tutto quello che tu sei per me, tanto per essere ancora una volta uguali. e già sento freddo, ma non so cosa dirti se non ti tengo stretta

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