15 novembre 2008

(per questi vestiti che una volta si sentivano felici) un albero di mandarini

sembra essere secco anche se dà tutti i suoi frutti. certe sere, quando appoggi gli occhi sulla pianura industriale è come se tu perdessi ogni manifestazione di vita e tutto il resto, dalle luci spianate, il cemento, le macchine anonime e tutto il silenzio che hai dentro s'animasse sotto le tue lacrime fredde di morto. tu di cemento e tutto che piange al posto tuo. che come una brava mamma mi hai fatto fare spesa legale. che ci sono cd da slegare, altri che ancora non ho finito di sciogliere, un libro di traverso e tanti altri cd che non ci saranno mai. e non riesco ad ascoltare né monaci né mele. vorrei regalarti un caco. "roma era bellissima..ma non abbastanza". e altre mille parole strozzate in gola. sentire cantare e l'eco delle lacrime. e metterei in ogni palo della luce che incontri per tornare a casa un mazzo di fiori, ma tanto è tutto allagato. e mi riesco ad addormentare anche con "tutta la speranza che è andata". e rido piano per non far rumore. e gli omicidi cambiano colore. tutto è scolorito, insipido, freddo, muto e senza odore. non sono passato per casa tua, ma ho sentito comunque la pioggia. che sono finito in nuova zelanda nel tempo di voltarsi. ho detto quello che avevo da dire, ma nemmeno mi vedo in ombra. e tanto parlano di noi molte cose disadattate. e lo dico di nuovo, ancora più forte che roma non è stata abbastanza. e i tuoi fiori. e le mie mediocrità. il posto vuoto nel pulmann come uno tzunami per compleanno. i libri che arrivano per posta e non arriveranno mai davvero dove dovevano finire. mi metto in posa per questa radiografia. i sorridi stirati e messi in valigia anche se non parti. che in realtà la crisi mondiale e le recessioni varie, tecniche e tattiche, mi appartengono tutte fino al midollo. e anche io ho pianto tanto, ma non te lo avevo detto nemmeno a dicembre scorso. che un cd da solo può essere vero, anche se lento. tesi da circo dentro questa verità che mi devo restaurare, che non c'è niente da ridere e puzza. ed un cielo terso, un terzo ciclo di neve, mi piantano a terra. e non mi sotterrano anche se
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e le favole come bestemmie intestinali da comprare a rate. una passeggiata al cimitero senza nessuna rinuncia e mi sento rado. un cuore sfitto. e penso con tenerezza alle persone che perdono l'olfatto al lavoro e alle loro docce involontarie di profumo. e penso a tutto quello che non ho avuto e che ho appena sfiorato. ai saluti sfioriti, all'umidità dell'aria e alle viole bagnate per terra anche se non bevono. alla salute sparsa male e ad occhi chiusi, ai sorrisi rubati. alla vita non vissuta e nemmeno riciclata. a sweet light changed porca puttana. per distrarmi e farmi sorridere davvero, senza pensare. sporca

4 commenti:

Anonimo ha detto...

"Sal Paradiso!" Se in casa non c'è nessuno, entra dalla finestra. Firmato, "Remi boncoeur".
Credendo di capire ti ostini a spiegare che cadiamo d'autunno come le foglie. G.

Anonimo ha detto...

dici che si sentivano felici ma in realta nn è cosi e lo sai benissimo che angie nn è un nome che porta bene. non porta da nessuna parte la mia malinconia, il mio passato costellato di schiaffi che illuminavano i miei desideri di merda,la mia adolescenza affittata dal nitrato di sodio che nn so la composizione chimica e odio i mandarini e tu nn meriti il peggio del peggio tu meriti OSSIGENO,aria.. e sai che questa è una camera a gas e fuggendo ho salvato una vita e sono un'eroina.sono un'eroina.eroina.eroina. sono un eroe nel mio destino e ho salvato prima "le donne e i bambini" perchè negli uomini nn c'è niente di buono da prendere.did I disappoint you? yes I did.tutto molto bello ma "una felicità così è davvero insopportabile"...insopportabile, melliflua, puzza di gas."la meccanica non mi interessa". paz.cts.fine.

Anonimo ha detto...

sembra dover essere qualcosa.poi non è mai niente. e quello che si vede è sempre quello che manca e quello che non si vede c'è sempre e così non manca mai. intanto hai aspettato. ma niente va mai come si spera e per consolazione ci diciamo che comuqnue anche attendere è servito a qualcosa. a capire. a capire che abbiamo solo perso molto tempo.

Anonimo ha detto...

Un' attimo di marcia indietro per sentire l'odore di quel poco che si è percepito. Folle, per sentirti per un attimo inerme davanti ad un muro più alto di qualsiasi albero arancione. Prima con tanto gas, per dimostrare che non ci vuole un Ferrari per lasciarsi dietro un periodo. Un momento senza aderenza, per vedere da una prospettiva diversa che non era poi così male. La 1 parte, schizza acqua ai vari Gulliver e nel frattempo ti escono di getto poche parole: "Credo che non sia poi tutto qua..."