18 gennaio 2009

come salpare verso l'incisivo del tetto

solo per portarti a casa con io che quando guido, per il mio stato emotivo sembra che in realtà dovrei guidare su un sedile a castello. e ho vestito meno di un litro di birra ma con te diventano sei. e capisco un verso di una canzone. le braccia scoperte che prendono fuoco sotto le stelle. le tue canzoni che non conosco. e c. che mi dice delle cose reali e vicine che mi fanno parlare. e noi che parliamo di televisione che sappiamo solo noi. e tu che sei senza discorsi metafisici. io che non ricordo poco e niente dell'onda anomala. solo il necessario mi respira. dentro le novità. il mio cuore che l'hai incartato dentro la carta stagnola ed è fresco. con la mente che riaffiora nel giorno nuovo che suona. la fronte che diventa bianca con un tic battente. che pompa. il paradiso egoista all'altezza della camicia. il tempo di primavera dentro l'aria della stanza. parlando di libertà bloccando la chiesa. noi che vinciamo insieme contro i muratori in affitto. con un approccio pagato a rate. le speranze dentro un computer difronte (attaccato per forza) al fuso orario del giappone. la precisione del fade-out. con. la video arte dentro gli occhi. con la possibilità dell'essere cenere dentro il consumare. qualcosa in america ci appartiene e lo prenderemo se provi a fermarmi. dentro uno sciame di insetti diversi profumati con poche differenze. un giorno nuovo che parla nell'ascensore di sopra. l'umidità della lavatrice con la macchina. l'intero armadio di magliette con i buchi della polvere si stelle. scippate con il vetro degli acidi. i paraurti che già c'erano. i portarullini dentro gli astucci etnici. dietro di me ti trovo in tutto quello che faccio. con i poster color cartone delle finestre. i vuoti in regime di carcere duro. quel che sono già. gli alberi. senza fiato nella cucina. il monolocale del tremito. sussurrami via in un fiore. la carta da pareti. con i pacchi aperti del rimanere. e la forma delle nuvole in cucina. il ricominciare a vivere in taxi negli occhi. le incapacità di guardia senza caffè. tre chitarre della vendetta. "è giorno ormai". i funerali di novembre. il fiume in piena. gli sconti sulla personalità. il video brutto e commerciale. il cuscino vuoto. i viaggi in treno immaginati a letto. il flusso di incoscienza senza titolo. un bicchiere della nutella pieno di caffè. la ciminiera in comune. dentro un bicchiere di acqua. il problema degli spazi. le danze delle dighe. benvenuti. per l'ultima volta il peggiore delle diverse comunità. uniche scoordinatezze. di successo. gli smarrimenti dei dottori. le comunicazioni argentine. dentro mamma. gli schemi organizzati delle domande. per ascoltarsi con un codice dimenticato. la password di analisi. quarantacinque giri di tre passi e letti. e non entrano le parole. sempre la questione che "tu puoi ancora consumare, ma io posso continuare ad essere cenere". tre passi sui tetti mentre non dormi, per l'ultima volta
°°°
e alla mattina non c'é più nulla. le panchine violente. i bambini felici con un coltello israeliano sopra la testa. dentro la testa. la radio con la febbre e l'umidità improbabile. non ci credo. bianco dietro e sopra la febbre in forma di nero. la chimica e la fisica. "i barbiturici nel tè." con le farmacie aperte dentro l'armadio mentre io sono fuori di me

1 commento:

Anonimo ha detto...

SAI E PUOI CAMMINARE!!!(<--salutami l'Eco)
BRAVO, R.