la fisarmonica stretta alle mura di questa via non mia. i singhiozzi della solitudine fortunata, le mani che attraversano il mare. i capitoli che finiscono quando chiudi gli occhi. con la voce piena di nebbia. di rabbia nebbiosa. i respiri. i sospiri. le sorprese. le riprese. le attese con la luce spenta presa in prestito dalla strada. con due storie sudate raccontate in una mezza notte. in quella notte in cui mi hanno amputato. i polmoni disegnati sulla felpa. la febbre per trovare un senso alla colica. le cartoline mai spedite né digerite. le pretese che non sai di avere disegnate dentro gli occhi. libero dentro la neve normale che ti scalda, pensa un po'. con i film non visti. i capelli stropicciati dentro un'idea. con le scoperte che avanzano anche se hai saltato il pranzo. con le scarpe ritrovate in gola. nella gola buia dei tuoi sogni scalzi. in piazza a gennaio. e non riesci a capire come fai ancora a correre via. dentro questa candela che prima o poi finirà. con la sua confortante e confortevole fiamma che urla di noia. mentre appassisco di gioia rarefatta. le onde sotto le coperte. le onde con le botte. piene di sale e rapsodia. con il cartone usato come conviene. che ci raccolgo i vuoti mentre ancora tutto cade e non si rompe niente. condannata a mettere a posto mentre non hai vissuto. cambia la città e le percezioni. il pavimento gelido del tuo stomaco violentato dall'ipocondria. i crampi che col tempo diventano egoisti. l'apatia onnicomprensiva. come fai a morire in silenzio. come riesci a ridere con le braccia. nude e sempre rilassate. le risposte in carcere. il senso di discolpa. la comodità della cecità caratteriale. confortevole come gli errori. comprensibili vista l'idea. le aiuole strappate dentro le convinzioni. gli scivoli vuoti con cui scendevamo dal letto. gli occhi fratturati dentro le passeggiate. sotto un volantino della radio presa a culo. per caso trovarsi. per caso mi sono tolto le cuffie. lo zucchero con il caffè per tre. ma l'aria che si distingue. dai tuoi occhi pieni di lividi indivisibili. con i tuoi ricordi che fanno l'amore con la speranza. impercettibilmente mi nascondo dentro un appetito nervoso. ingiustificate le serenate mute che non sai di aver avuto mai. le notti inventate dentro il dietro di una finestra aperta. una notte a metà. una vita insonne. una carezza mai scesa. con la guerra disadorna che si dimentica di uscire. il gabbiano dell'arrivederci. la puzza degli accendini che mi cadono in testa. non ti muovere. e si sgonfiano le nuvole come per disincanto. mentre penso alla tua risata stupita. stupida la birra. si confondono i puzzle che ti metti addosso. i pronomi abusati. la schiavitù dei pronomi recisi. genova che ci guarda stupita. con i vestiti puliti che s'abbracciano dentro lo spazio di una sigaretta sacrificata. mi soffochi la mano. le sigarette internazionali che scivolano in ospedale. il silenzio. gli spigoli in bocca che non riesci a masticarti il fegato. bagnato con una birra scaldata al momento sbagliato. le strade dei marinai le ha costruite mio nonno. ti addormenti dentro il riflesso ostinato di un bicchiere. come per magia. una tazzina rotta per i tuoi tesori, dentro i tuoi tesori fotografati. il sudore freddo dell'armadio chiuso. il cervello mangiato. i sospiri senza fiato per scappare. dormi dentro un fiore chiuso. torna a spegnerti. arrivo ad accendermi. la maledetta pena della maledetta penna. piegato con cura dentro il cassetto della roba sporca. della roba della sposa. dormo fermo dentro un cellulare senza maniche. con mille formiche adatte a te ma non a me. dormire sano e secco, spezzato in un ritratto pubblicitario. nella ricetta asettica e chirurgica dei miei freni che non si rompono mai. le urla silenziose della camomilla divisa con la mia nervosa insonnia diurna. ma il catrame. in un attimo lucidato di stupore ammiro la costanza di immergersi dentro una vasca piena di ghiaccio per nascondere la capacità di fotografare il tuo anello perduto nell'orecchio del cuore
20 gennaio 2009
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3 commenti:
si ma che vuol dire?
forse vuol dire tutto. forse vuol dire niente. in ogni caso il cuore batte così forte. troppo forte. e la domanda è senza senso e senza risposta. das ist so einfach.
ma dopo il punto (.) non si usa la maiuscola ?
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