11 gennaio 2009

saluti sparsi male, che tornado stando controvento

con un muro lasciato a metà anche se la vernice non era finita. se avessi le possibilità. un secondo di solitudine e non cent'anni con la fantasia. odio il deserto che avanza e il suo vento salato. adoro le sorprese profumate e i giorni freschi. il terremoto perenne con le macerie lucide che mi lascia. l'acne che suona dentro lo stomaco. le carezze kilometriche. senza perplessità e compiacenze. senza mani. senza la candeggina in regalo. niente è vero. con gli astronauti in bottiglia disegnati al porto. tutto è vero. la camomilla sostituita. i coinvolgimenti epatici. le confluenze ematiche. affacciati su questa cava ormai piena di acqua limpida, come un lago vergine. con l'amplesso affilato dalla cecità. una bottiglia con il numero civico. il freddo addomesticato per una risposta. questa stanza non ha più divieti ma alibi. le distanze che infilo dentro al cuscino per ammorbidirlo ancora un po'. la matrici chimiche. le lenzuola legate per la guerra. si poteva tornare dentro con tutto tranne che con una cosa. una voglia riciclata in una convinzione. le risse linguistiche. conta la marea, contro la marea. dentro pochi passi cammino per ore, dentro poche righe ci salutiamo per una vita intera. strangolo la carta. mi sono perso dentro tre punti. confesso l'inferno monolocale. con la candeggina che sprizza da ogni poro. la vita in dieta. e ha ancora la mani sporche di viola e da ieri non so più scendere. non digerisco i giorni lanciati in bocca. lasciati in bocca. le frasi ossigenate e i cerchi spezzati. gli angoli estinti. microonde sponsorizzati. botte al ferro. le scuse stirate e le macerie delle risate. le strade abbattute dentro un tempo gentile. i teppisti televisivamente corrotti e non corretti. cerotti sulle orecchie. i bancomat che ricamano le stelle. gli "agenti provocatori" come vicini di casa. i letti fuori dal castello. come se avessi dei conati e dovessi comunque tutto, scrivere. i cerotti in gola che aprono i pacchetti di sigarette come per sortilegio. tornare indietro e non dentro. il tono mesto con cui dico che non c'è più nulla di indolore
°°°
con la paura inaccessibile che entri nella stanza. con le sue scienze. con il matrimonio al cinema e il divorzio dietro l'angolo finito. con "il fango della gioia" che era alla gola e ora non arriva nemmeno alle caviglie. con le lettere scartate. con la lingua scartavetrata. con le dita lisce. con tutto un mondo blu dentro un libro bruciato e indiviso. con questi giusti sospiri mi chiudo addormentato dentro la macchina. con l'ansia che ti sveglia di mattina presto e t'abbraccia stretto anche se hai poche sigarette.

Nessun commento: