con la bulimia interiore e la musica pronta per un cd senza destinatario. ti saresti tagliata anche tu con il mio rasoio. e cerco il vuoto che mi concedi ogni volta che parliamo dentro la mia casa senza specchi. né aghi. con il silenzio di quella musica da adottare ti scrivo che niente di questo è vero, ma tu non vuoi sentire questa radio spenta. "e così sempre sarà". fino al giorno in cui non pagherò la bolletta. ed è bello presentarsi di nuovo, conoscersi di nuovo come se non ci fossimo mai visti prima in faccia. e l'alienazione della nullafacenza che diventa una colpa. con i pugni aperti che chiudono molte strade in cui scappavamo ad occhi sbarrati. senza più il petrolio e le risate da dimenticare iniziano le ronde legalizzate nel cuore e nella testa. disarmati. e scappo io per non rincorrerti. cadere dalla finestra perché ti sei rilassato per un secondo di più. conoscerti come se non mi avessi mai sondato l'anima e tutte quelle guerre per i pozzi petroliferi nei nostri petti fossero state solo delle prove. delle brutte copie di noi. nonostante i prezzi del grigio precipitino come noi. l'abbraccio più caldo e grande l'ho ricevuto quando mi sono affacciato con un freddo che non è mia stato di casa mia. e non mi accorgevo nemmeno che le persone uscissero dalla stanza. i sensi di discolpa al centro della tavole, come fossero i fiori che abbiamo rubato a tutti. senza volerlo mi sono addormentato, finalmente. e giudicami senza mettere le mani dietro la schiena, senza chiudere gli occhi o urlare, solo per non sentirmi. chiusa sottochiave nel letto ancora freddo e nelle tue nuvole di cartapesta. e le tue finestre disegnate nel muro, come fossero poster contro la cecità passiva. per noi, che da sempre siamo stati contro le bruciature. anche se ora abbiamo un po' più caldo. e ci siamo abbandonati mentre demolivano le nostre città invisibili. con la tosse mentre leggi piangendo. "Cattedrali e Allegorie si fondano...anche quando poi siano magmatiche, sproporzionate e abnormi", "non è un poema sulla dissociazione. al contrario questo è il poema sull'ossessione dell'identità e, insieme, della sua frantumazione", "non c'è niente di più 'allucinatorio' del 'verificarsi', in atto, di qualcosa che si era prevista e descritta come...possibilità". non c'è niente di nero nelle tue indocili carezze. da combattimento. da combattente sconfitta e sconfinata. per ridere ci dobbiamo trasferire senza affittarci reciprocamente
25 febbraio 2009
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