6 febbraio 2009

i sentimenti estradabili, leggero e profumato come il petalo suicida

l'unico bel ricordo rimasto. seduti di fronte alla nebbia che saliva e appassiva sulle case e nelle famiglie scolpite. le persone con gli occhi vuoti che escono di sera per perdersi dentro alle fogne. i tuoi pensieri disinfettanti che regalavano fiori chimici. senza le formule. i tuoi regali disinfettati che non si perdevano con il freddo dalla finestra. e le fughe anticipate e quelle postdatate. e ti asciughi le lacrime ogni volta dopo "Atti Impuri". con tutte le conseguenze non necessarie. le 11 torri gemelle giornaliere e silenziose. il ricordo spremuto fino al seme marcio. fino all'osso che è il tuo nuovo professore. il vento freddo che rapisce il tuo caldo parassitario. dentro le piume le rapine. il silenzio senza nome. il silenzio in fuga. e non si muore di domenica. e chi sa come sarebbero i pomeriggi sparsi in piazza. e poi che genere di domande fantastiche. senza senso contrario. demolire la giustizia delle lacrime. i capitoli sprovveduti e i giochi rotti. le nostre domande appese nel cielo terso. e margherita non ha smesso di avere paura del buio ma cammina a piedi scalzi. e parla mille lingue straniere con gli occhi. e scappano le formiche anche se non vuoi parlare e io mi ostino a non ricordare. con il detersivo di traverso. il mio bisnonno ci chiamava la mia bisnonna. e mio padre ci chiamava mia madre, speravo avesse fortuna migliore con noi. il profumo che merita. le nostre attenuanti che fanno solo ridere gli altri. sopravvivere e soprassedere. segnando le canzoni con il petrolio blu. e fantasmi della pioggia che rapinano i giorni. con quei regali che sono rimasti disinfettati ti cerco solo dentro, dove non piove come a padova. il silenzio della fuga di gas. mi metti di piacevole rumore

1 commento:

Giacomo ha detto...

non sapendo scriverne, condivido versi rubati...

mi chiama il mare con sua amica mano.
il prato -un continente-
si srotola dolce ed indelebile
come un rintocco nel crepuscolo.