che sarebbe stata tutta un'altra musica stasera. che non sarebbe capitato più. non venirti a prendere. non avere la febbre di salire. non crederci ancora nonostante tutte le scommesse sullo sbancare lo schermo bianco. "che a noi è rimasto solo quello". "che a noi è rimasto solo questo". di-scorrere. dis-correre. discorrere. e poi allentarsi in millenovecentottantamila capriole. nei capricci della dolcezza. nello svuotarsi senza usare troppi articoli e occhiali. co-stringersi poi come se la complessità fosse solo una vile apparenza del bianco. quello attaccato sul cuore, bombardato dal regime. senza dirci nulla di inverosimilmente plausibile, al-meno, anche questa volta. anche questa notte. anche in queste lotte dissanguate in periferia a due passi dalla salita invisibile ma sensibile del cimiterointerioredeiricordiricordati. senza più saliva per spiegarci e legarci. con i ricordidimenticati dentro o fuori. non sai cosa è peggio. senza sciacquare via birraindistinta dallo stomaco. senza fermarsi per andare in trasferta da te. ma rimane. tutto. rimane tutto nel fondo. o a galla. ma rimane. come un odore di compiutezza. al-meno plausibile, al-meno questa. con la fantasia di dire che al-meno qualcosa c'è di vero. e io con un viaggio a metà senza il biglietto, "senza" usare troppe articolazioni e occhiaie. senza "usare" troppe articolazioni e occhiaie. senza usare "troppe" articolazioni e occhiaie. di scorrere
28 marzo 2009
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1 commento:
rimane tutto quello che ci serve.
Putroppo galleggia anche il catrame bloccando i respiri.
Ma non mi interessa essere coperta di sporco.
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