30 maggio 2009

la tua camicia rossa che urla più di me

i giorni falsificati camminando sulle mie dita e tu che parli dei cieli rari. quelli rarefatti che puzzano ancora di vernice anche se non è più fresca. i libri che non finiscono con altri test atomici. l'immaginazione industrializzata ci permette a stento di lasciare fiori sulle panchine e sulle mani chiuse delle statue senza ombra. le nostre braccia tese che s'intrecciano nel bianco. entrando di corsa nel silenzio ghiacciato di certe rinnegazioni. ascoltare degli allagamenti pedonali in testa. degli allontanamenti sorpresi in cattività. di quelli espressi senza soluzione di continuità. del ri-uscire senza tornare indietro. il detersivo per togliere il grigio dalle nuvole. la gravità non fa parte del giorno limpido. e poi il tempo non è morto, il tempo non è mosso come tutte le nostre fotografie. da troppo tempo decontestualizzare è diventato ruggine. scorri via dalla pubblicità e strappi poesie con petali di cemento. "strappi via tutti i punti". anche quelli interrogativi. i giorni falsificati per benedire tutte le guerre da sopravvivere. l'aria profumata di ieri. le attese per evidenziare le malattie con altre cure inutili. la tua soggettività denuclearizzata. il vento che diventa blu quando mi guardi sorridendo. il cielo rosso come te che si scioglie. per non affogarci in discorsi sterilizzati. le trasparenze emotive. dentro tutte quelle discariche con sopra un cielo terso. trasferirci in una data da destinarsi. ritrovare quelle idee che sanno ancora camminare tra i cento tappi spaiati delle tue bic

2 commenti:

oraDem ha detto...

romaticheria

Anonimo ha detto...

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