23 ottobre 2009

"for a season"

il sole torna a casa presto mentre il muro arrossisce e i fiori rimangono a terra. tu volevi uccidere un dio per il colore verdefalso della primavera che non ha sangue. in mezzo ad un giorno, tanto al largo da non vedere. tu rinunci ad essere un dio ma poi non smentisci i sogni che tornano come persone scolorite. convinci che le storie raccontate finiscono prima di iniziare. il bordo scucito delle cose mentre piove ti porta di nuovo a lisbona. ma non ti basta l'autunno bugiardo per restare. dove non smentivi i segni che tornano come nuvole cattoliche. così la vita non ti portava via morta e legata in viso. pomeriggi inotropici. e allora costringi un dio codardo ad essere futuro. mentre la prudenza è umida e buia a casa. la geografia della fuga scende con noi. pomeriggi amniotici. con la disperazione del sudore elegante. compri sorrisi pericolosi ma non sai perché. nella mano ferma e limpida davanti alla bocca. i tuoi occhi sotto la luce arancione della sveglia restano caldi. e ripidamente bassi. che chiamano fosfeni migliori dalle mie mani. pensieri vestiti. "l'invernobrillante morto" e altri "regali bruciati". spine assetate in sillabe. occhi nudi fra eversioni periferiche. quando ci guardiamo, ma fermi. e il tempo che si lascia prendere. un'intera settimana sul punto di vomitare. forse riesci a guarire un dio ma quando è solo. per una stagione presumibilmente cosciente. in una finestra sconfinata. per una ragione

2 commenti:

Nico ha detto...

centra per caso Arundhati Roy con gli aggettivi composti? io li ho presi da lei

Nico ha detto...

centra per caso Arundhati Roy con gli aggettivi composti? io li ho presi da lei