1 novembre 2009

della tachicardia come espediente retorico

"i treni arrivano solo quando c'è silenzio". il passato non restituisce i corpi di chi ci cade dentro. e preferivi il tuo seno per piangere. mi diresti che bologna doveva avere una risposta. ma non c'è stato nulla da rifare. "nessuno può più dormire in spiaggia". che le cose si scambiano. e non tornano nei colori distesi della prosa. poi la notte desertica ci sorprenderà dopo un giorno afasico e staremo ancora peggio. per il dimenticarsi con il fiato accorciato. con il tuo fiore in testa che non si bagna mai. mostrami un giorno con il pasto fisso. senza morire in carcere. così cullandoti in mano ti parlerò dei baci del cemento. dei giorni raffinati nelle teorie russe. della nausea dolciastra e della mirtazapina. così mi diresti che bologna doveva avere una riscossa. ma non c'è stato nulla da bruciare. "vuoi morire?". e non smetti mai di uccidere gente. il cielocrakingviola scappa senza di noi. poi la notte desertica ci salverà dopo un anno asfittico. da longbeach con i fiori ossigenati. dopo un anno inesatto. perchè ci appartiene solo la vista e la fantasia concreta della sopra-vivenza che c'è dietro. il resto che brulica e piove è solo deiezione. ma me ne accorgo solo dopo che hai pianto sete. e poi rate felici. per riuscire anche solo a parlarti

2 commenti:

Anonimo ha detto...

un anno inesatto

E. ha detto...

Un anno inesatto. Esatto.
Quindi Bologna rimane al buio adesso. Bologna era illuminata per me un anno inesatto fa. Di una luce piccola e potente che si è spenta silenziosa mentre cercavo di parlarle. Le parlavo a distanza e le raccontavo cosa avrei voluto dire cosa sarebbe stato giusto fare. Ma adesso preferisco energie alternative a quelle che consumano tutto ed illuminano solo parti del corpo, accentuando difetti.