e intanto fumarsi dentro. arrossire anche solo quando diventi un arcobaleno. tenerti in mano, lanciarti sul mare e vedere quanti salti fai. prendere le ombre e le luci dal muro e costruirci una città, visto che le intercapedini tra i palazzi sono state abbandonate. maledette le formiche e i rodeo mancati sulle cicale. come se tutto tornasse a casa e trovasse la cena sotto casa, vicino al garage delle paure inconfessate. per carità, per essere pronta era pronta. gioco a tetris da troppo tempo con pezzi che non possono nemmeno provare a vedersi da lontano, purgatorio nel primo livello. essere la testa di un perenne corteo di mosche, moschini, zanzare, e oggetti ronzanti e silenziosi. il prossimo giro meglio senza le tabelline. mi sembra necessario trovare delle strade inconsuete cercare, dentro il tramonto, le scuse inconciliabili con la realtà. mi sciogli, mi sciolgo e non scelgo. che persona ti sembrava fosse?
ma non ci sono scuse quando corri senza controllo e in pace contro le nuove migliori possibilità abbaglianti, ma nemmeno se volessi, riuscirei davvero a piangerti fuori dalla neve che ti possiede dentro e fuori. corse di aquiloni, cose mai troppo vittime della cosa migliore. ma nulla ti prende, nulla ti tiene a fondo. poco karate kattolico, poco di bruce lee con gli anelli&untrono sempre troppo_poco bianco. ma non ci si dimentica di fumare, questo giro
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