scotta. e non si direbbe mai che un graffio che non si chiude faccia sempre più male perfino di un'amputazione. si sente fino a qua sotto, fino a qua dentro. anche se sono sordo e doverosamente, precisamente muto. (pena il silenzio serio). mi fanno ridere e correre questi pensieri chiusi in un pacco e filmati. mi faccio girare come un lampo, mentre suonano e illuminano solo temporali catodici intorno, apparenti e vuoti. gira sempre la stessa musica di merda. dentro, fuori. dentro o fuori? mi sembra strano non afferrarci e portarci via da dove siamo sempre stati, perdersi come in un gioco nuovo di cui non si conoscono fortunatamente nemmeno le regole, e tu sorridi sotto il sole lontano e cieco, la tua vita è dietro un angolo. cieco, da qua. come si fermano le sensazioni che mangiano tutto di me. mi sembra che settembre sia già qua da me con tutte le sue rinnovate prove e necessarie attitudini. come si spegne questo cazzo di cervello..che alla fine non è quello, è la consapevolezza, l'identità mentale che non di può nemmeno sradicare. mi spiace che i posti al sole siano finiti dentro_sotto il cielo grigio di quando non si sente piangere nemmeno nessuno, quando non si sente perfino il silenzio che ci circonda da sempre. o perlomeno me. davvero sempre la stessa musica di merda come colonna sonora. e non puoi nemmeno fermarla. sembra sempre troppo preciso il tempo estratto dal cammino. perdersi nel caso rimane per sua stessa natura nel mezzo, tra terra e cielo..non troppo lontano per rinunciarci razionalmente, nè troppo vicino per smettere dopo averlo_averti afferrato. ok, oggi hai parlato troppo o troppo poco
12 luglio 2008
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