1 agosto 2008

cadono le macerie sotto i cannoni a salve

sordi come befane. e si sciolgono anche le scale di casa tua, che nemmeno ho visto mai. giusto a praga per qualche giorno che raccogliere la neve sembrava banale. la potevamo tenere nelle tasche. mi dimentico del vento, del fumo accecante della stanza. come vuoi, come noi partivano gabbiani da malpensa verso lampedusa ad affogare dietro la casa in collina. larghe calzavano le notti a soprassedere i calci sotto le coperte dalle tue emozionate sensibili noie. non ci saranno le burocratiche chiacchierate a giustificarsi, a scaldarsi che poi dimentichiamo estragone in valigia. non ci credo nemmeno se ti vedo. incontrarsi di nuovo per caso, chiedere il libro di storia ancora, prendersi ancora una botta per alessia..che poi la vertigine dell'atmosferica gravità spaventa solo i peluche. dormire davvero sulle nuvole in tempesta

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