18 settembre 2008

42 settimane al diluvio provinciale

che passiamo di corsa dietro le giostre per evitare i calci dei bambini. nostre mani appese. nostre lunghe attese. nostre le domeniche al bar a ridere di tutto tranne del necessario. sentirti sollevato era persino rumoroso a volte. schiantarsi sembrava stimolante a perdersi. ritrovarsi al mattino sveglio, ma che ancora dormi dentro stese e piatte nuvole per i marciapiedi. con ordine prego, a cagare. sentirsi inopportuno se usciva il sole, sentirsi lento se pioveva anche solo un po' di più (ancora ti prego). riuscire a credere che nemmeno tua madre ripristina il telefono spento. madrigali al telefono acceso con la benzina. dammi la tua mail e ti spedirò carovane piene di neve fresca, compatta. per eserciti di angeli educati male. per esagerate sperimentazioni di freddo estremo. nemmeno mi ricordo i kilometri di spago per ri-uscire da qua. nemmeno mi trovo se mi specchio in un bicchiere, figurati una bottiglia. collegati alla mia monotonia di porcellana fresca. dammi tempo a non romperti di fretta. collegati. aspettami se dico addio. bastano pochi giorni a raggiungerti in cima al sole, senza nemmeno bruciarsi troppo o troppo in fretta. sentirsi appena sempre uguali come otto anni fa, come ieri con la sera e i limoni. cambiare plastica per ragioni terapeutiche, bruciare pelle mentre si raccoglie. manca equilibrio nella follia che cammina dentro la mia testa, è ubriaca di nozze andate a male. tutto il mondo è inutile, anche se meravigliosamente straniero ai miei occhi. che non mi confondo nemmeno più a scriverlo. mi si srotolano le trecce al polso ma non mi fa paura più niente e lo sai. è che mi confondo solo quando respiro, prendo ciò che non dovrei ma non m'importa

1 commento:

Anonimo ha detto...

c'era una volta un lupo nero. c'era una volta una bambina che voleva salvarlo e adorava la sua magrezza, il suo essere pelle e ossa, pensava che c'era del poetico nell'essere famelicamente pelle e ossa.con loro c'erano una volta una principessa egoista e una principessa indecisa.nn c'erano principi per nessuna di queste. c'era solo un bambino che urlava musica strana sopra un'orchestra di bolle che, mentre suonava, lo portava sopra la luna che annullava tutte le sue paure. un giorno la bambina lo vide lassù e rivide se stessa.ma era tr in alto quel bambino.cosi gli urlò contro e iniziarono a raccontarsi del loro lato della vita. da lontano. lontanissimo.il lupo nero non ascoltava quello che si dicevano e la bambina per un pò si sentiva libera. il lupo nero andava e veniva dalle sue cacce notturne. il lupo nero vendeva gioia fittizia, vendeva gioie stupefacenti e la bambina si tuffò dentro quella felicità anestetizzata e mediocre, sapendo che le bastava alzare gli occhi ed ascoltare musica per ricordarsi che era viva. il bambino dalla luna le cantava ogni sera una canzone diversa e lei si addormentava sognante con la poca coscienza di se che le rimaneva. il lupo tornava e ancora letizia.finchè una sera il lupo si accorse che in fondo agli occhi della bambina c'era qualcosa di diverso.. così si arrabbiò e i lupi nn sono buoni quando si arrabbiano. le aprì la faccia e il cuore alla ricerca di quel qualcosa che nn riusciva a distinguere ma tto qllo che trovò fu soltanto un enorme specchio sul quale rifletteva un bambino sopra la luna che cantava: "perfetto il giorno muore e non ridi più in fondo c'era poco da ridere.." ruppe qllo specchio in mille frammenti ma la musica continuava: "l'amore è oblio annebbia gli occhi tuoi..".il lupo poverino non capiva. la principessa indecisa intanto sentendosi chiamare corse dalla bambina per salvarla ma nn ci riuscì cosi la bambina chiamò la principessa egoista ma era troppo occupata e la riempi soltanto di parole che nn riuscirono a ricucirle la faccia e la bambina si sentiva sola. sola come quei balconi dove la pioggia cade, la sabbia si posa e si posa la polvere.la bambina si fece ricucire la faccia dal lupo che però le fece ancora male e lei comprese che nn sarebbe mai più stata la stessa e pensava: "adesso il bambino non mi riconoscerà nemmeno..". musica continua. musica (ancora ti prego).musica.le principesse riapparvero qndo ormai il peggio era passato e la bambina fu felice lo stesso."principesse avete visto un bambino sopra la luna..?"
"scappa finchè sei in tempo bambina scappa su quella torre lassù" dissero in coro.la bambina scappò e correndo correndo correndo raggiunse una torre altissima. di corsa arrivò fino in cima alle scale ad aspettare la luna."l'ora è buia".la notte arrivò e con lei pallida e gigantesca la sua perfetta amante Luna: la bambina guardò meglio alla ricerca di lui.. lo vide e in quel mentre si accorse di essere tr cambiata, di essere orribile e di aver fatto cose orribili cosi non si sentiva nemmeno degna di guardarlo e pianse. il bambino disse: lo deciderò io se sei sbagliata per me, è che i punti in comune ce li hanno cuciti troppo stretti.." la bambina gli disse: "raccontami" e lui raccontava, cantava e rispettava tutti i suoi tagli.
oggi i due bambini non si sono ancora toccati davvero. lui sta sulla luna e lei è rimasta sulla sua torre alta. vicinissimi ma ancora lontani. potrebbero cadere l'uno sull'altra improvvisamente ma lei nn si sporge. lei sta cercando il coraggio di saltare. lui sta aspettando con la mano tesa e senza paure anche se lei si chiama Angie.. .non vivranno mai felici e contenti perchè dove vivono loro non esiste felicità ma solo irreale immaginazione che li fa volare un pò più in alto tanto per dimenticarsi del resto del mondo e per non toccare le apparenze. sanno che l'amore non esiste e che sono loro che lo fanno.sanno che non si toccheranno mai davvero ma dentro si sono gia toccati da morire.