28 dicembre 2008

compassi sul cuore

per cercare di fare cerchi precisi e stabili. che conferiscano ordine alla sua periferia. le sigarette che separano buddha dal portafoglio. e quando piove si va piano, decisamente. il sudore che si spegne e si mescola alla saliva. la profondità della digestione che dura un anno e ancora non è finita. un anno fa questa notte era freddo. i tè erano due e sembrava impossibile arrivare al mattino. questa mattina all'alba per trenta secondi ha nevicato ma non lo sa nessuno, e io non lo confesserò. non confesserò mai all'aria della sua spudoratezza. non taglierò mai un giorno per allargarlo. consumerò la mia dose di nullafacenza in pericolose cattedrali stanche. succederà stranamente e non si saprà. mi perderò senza tornare a galla e rimanendo attento alle soluzioni. non mi troveranno neanche quelle ascensionali, tutto è convulso. la nebbia dell'india, le mattine tutte uguali così tanto da non ricordarti una parola. non respiri perché hai avuto troppo di tutto o non hai avuto niente. le stelle che non vengono collaudate mai a lungo termine, le pericolose coincidenze mediche. ubriacarsi fino a dimenticare da dove si è piovuti. i giorni che sono impermeabili fin dentro alla violenza contro l'asfalto. fanculo le rette, le curiosità e i racconti inutili

1 commento:

Anonimo ha detto...

ci sono momenti della vita in cui l'unica alternativa possibile è perdere il controllo.