19 dicembre 2008

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alla sera ci sono greggi di panchine stanche di aspettare. c'è anche la storia dell'arredamento dell'autunno con tutte le possibilità esaudibili. si sono dimenticati di spegnere la luce. ci sono piccole perplessità che ballano sui ricordi di belgrado. ci sono infinite e bellissime passeggiate dove la strada non passa sotto le scarpe ma dentro la bocca. di giorno ci sono anche cenni inutili, specchi forzuti che si spaccano anche se sono convinti di essere migliori. di notte ci sono sonni irrisolti e sconfusionati. pensieri inutili che ti si aggrappano dentro le idee depresse e devi sforzarti di ricordare e non far morire nell'anonimato. ci sono cazzate che non si stancano mai di accadere. ci sono storie mute e monche. ci sono magliette mai messe e possibilità di fuga. c'è la semplice nostalgia dell'essere ancora a galla. i ricordi più piccoli che stringo ancora le mani. dentro il passato ci sono cose che non meritavano di essere dette. ci sono migrazioni e neonatalità. ci sono storpiature inattese e coinvolgenti. c'è sempre il tentativo di non arrendersi alle domande. c'è luigi che saluta in silenzio e muore per protesta. c'è il caso di trovare una poesia bellissima. forse c'era solo il bisogno di dormire. non penso che domani busserà ancora lo spazio che si allarga anche se non lo vedi. forse non c'era nulla da dire
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l'esperienza fantastica di essere lucidi, mentre le stelle aprivano solo voragini dentro la testa. e dai troppo peso ai pensieri, che invece alla fine pesano un cazzo. preferisci metterti dentro la testa tonnellate di luce, mentre il resto, che conta, te lo lasci doverosamente dietro. come i fazzoletti bagnati per strada. perdi tutto, anche la nostalgia. ti metti dentro le paure e il dolore che è una cosa fantastica. ti si spengono. non so quello che vedo, non so quello che voglio (non sono quello che vedo, non sono quello che voglio). e rimane a galla solo una bambola che è facile da esaurire

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