26 marzo 2009

"un'altra volta" anche se non è mai "ende"

consumarsi di fretta. ed è già mattino. giorgia è bellissima anche solo per come ti guarda. e tu che non mi aspettavi mai. l'ordine anche nelle rivoluzioni. "dormire con i fantasmi". i miei primi disegni e scoprire i colori. accostando solo ora i dolori. gli angoli di vista e le percezioni insensibili e insensate. conoscersi la prima volta senza guardarsi nemmeno che non era importante. lasci le finestre aperte anche se piove. anche se ci sono io fuori. fisicamente diversi. avrei voluto andare a bologna. andare a pranzo per non pensare. diventare strani. diventare estranei. sapere dove portano, in quale corsia d'ospedale. ma comunque fare considerazioni sul fatto che anche le sigarette per la nostra generazione sono un bene di lusso. per salvarci o affondarci prima. affogandoci con altro. sottosvalutarsi rivedendo i film di dieci anni fa. senza di te. la consistenza dello scoprire cose nuove o quelle rinnovate senza nessun condono. almeno esteriore. sperando che alla fine ci sia almeno qualcosa da mangiare. che ti verrei a prendere anche a piedi solo per farti sentire come s'accelera il polso. le non-risposte. e ancora tremi ma non so per cosa. ballare per entrare in casa prima di precipitare ancora opachi a letto. e s'apriva anche quello oltre al cielo boicottato. i giorni fecondi. quelli fecondati artificialmente. have a good trip. ricordandosi del reato di suicidio. libri per terra. libri da sotterrare meglio. senza aspettarsi nessun fiore buono per concimarci le idee. il colore dell'errore che si trascina dietro. il pericolo di non morire? e allora usa altre parole. e i sacchi neri si riempiono sempre troppo facilmente. troppo comodamente. nonostante una giusta e razionale differenzazzione. almeno una sigaretta nell'altra stanza. le conferme. le mono-dosi e le mono-domande. milioni di mono-domande. e la pelle alla fine mi ha salvato. scoprire che, come sempre è stato, una persona è stata più "veloce" di me. sempre in silenzio. e ora sorride di gusto. e anche io. "I dont' care.. is "the dream" dead? I can't understand it because all aroud is dark. I'm too much white but I can't see myself. I just can fell and read my sunshine" troppo di me e di te. perdendo comunque parole. in dieci anni lungo una manutenzione nemmeno troppo straordinaria, perdendo molto altro ancora. perdonando ancora in silenzio. e noi che non paghiamo mai il coperto. e non posso lasciare niente di intentato. con tutte quelle luci accese delle case alle 4 di notte. specificando bene che tra accese e non-spente c'è una spessa differenza. tutti quei laghi esterni e non mari. anche se siamo a kilometri. "I don't care" e non poteva esserci migliore xxxxxxxxx per provare, per esercitarsi. manifestando nonbuone intenzioni contro le domande stupide. che alla fine non si può dire che colori vedi o che aria respiri o che necessità ti manda fuoristrada. o razionata. fissarci ancora per un po'
°°°
"sono sicuro che almeno una volta hai avuto qualcosa di buono in cambio da una persona. e se altre volte non è successo è per loro ma anche per te. sono venuto per portarti via da te. che non si è risolto niente tra di noi. quel concetto di nudo che va oltre la pelle. la realtà che fa cagare a suondigravità. i giorni perfetti esistono. anche senza morire. senza fare la pace tra di noi. che non c'entra un cazzo la guerra. io che sbaglio a definire i miraggi, soprattuto quelli usati senza filtro. e tu che mi insegni a stare zitto molte volte. perché siamo noi che siamo finiti. è freddo davvero. la metà intera che non era una metà. ma non lo volevi sapere. le risposte invece delle gioie. toccarti dentro e fuori. pensarmi quando ti spogli. e quando ti vesti. i punti interrogativi ingestibili. tutti gli spettacolimandatiamonte. strappare i petali. ma farlo prima della primavera. con troppe stagioni rincorse dentro di te. ma che non saranno mai abbastanza "sappy". che dobbiamo ancora andare a milano. collezionare baci lenti. scoprire che non ci scade niente dentro al frigo, sotto gli occhi. aiuole di sorrisi senza pensieri, senza preoccupazioni né ricordi. o ricorsi. mi pregavi di pensare. capendo anche le cose importanti non mi hai mai derubato. ti tengo la mano. e non solo per diventare trasparenti. ancora la paura di non crederci ancora. essere senzafiltro. essere corpo e ansia in certi momenti. strappandoci gli occhi. cazzo, ancora esiste il tempo. scappare per non deludere. scappare per non uccidere con ancora le mani tese. ma solo con le mani issate ad aspettare. almeno spero che tu mi aspetti. e io che voglio solo te. essere senzafiltro"

2 commenti:

E. ha detto...

decido di lasciare che scivoli contro la pelle senza graffiare e scalfire.
Decido che a volte è meglio cospargersi di plastica e lasciare che non ci sia nessun contatto.
Quello che deve trapassare trova comunque una minuscola fessura traditrice di coperture.
Il filtro allevia ma non toglie.

oraDem ha detto...

waw