17 aprile 2009

un collasso in venti minuti disteso sul letto senza nemmeno troppe coseditraverso

mi fai più male così, nonostante tutto quello di cui ti sei convinta. guadagni tempo, tanto da poterti permettere un mutuo di stabilità. sequestrano le navi al porto e ci mettono me a fare la guardia. come se certi segni potessero avere ancora un permesso di soggiorno senza data di scadenza. mille aurore boreali di fumo che si raccolgono attorno alle lampadine accese. le bugie sulla cena. i regali andati a male. l'ostinatezza di raccogliere ancora petali abbastanza colorati per parlarne un po'. ancora. monterò ancora mille cartelli stradali inutilmente. ancore arrugginite come panchine ci sembravano un degno sfondo per lanciarci ancora urla taglienti. ritagliate dentro una cartolina di un posto che non abbiamo mai visto. la rima di livore. contorsioni sentimentalizzabili. sorprendermi sotto un tir. ancora a pensarci. nonostante tutto quello di cui ti sei convinta. nonostante le ombre fertili. il senso umano e unanime di felicità. mi hanno detto che anche i cani hanno un dio. le frasi che non finiscono con il sonno. lasci perdere. e mi lasci perdere dentro un foglio bianco senza allungare la mano. ancora. mi fai più mare così, nonostante tutto quello da cui sei stata vinta. può cambiare tutto. le cose che non dici si costruiscono e aumentano di cubatura. sempre più salde. gli occhi in piena si prosciugano. gli occhi lucidi come in un film in biancoenero. l'unico posto al mondo dove non metto nemmeno un puntino di sospensione. un cerotto. un preservativo. ecco cosa sono. che ti vieni a disintossicare per nemmeno mezz'ora con me. che poi scappi appena senti troppa aria pulita. troppa aria punita. nemmeno un puntino in sospensione nei nostri discorsi è stato mai messo. forse è altro, molto altro, ad avere una data di scadenza. ma ancora non lo sai. e non te lo dico al contrario nel sensounico della lingua. un autotreno australiano ha una carezza soffice. ma forse per te il colore non sarà mai abbastanza