6 giugno 2009

lasciarsi stare sotto il ghiaccio di Bentley

ogni volta che usciamo ci serve la scatola nera. incendi dolorosi dentro le nostre paure di carta straccia. parli meno. la matematica di cesare non ci solleva nemmeno da una delle tante responsabilità. gatti morti prima che passassimo. reduci dalle novità senza stipendio. le nostre scritte in rosso. cani randagi che sorridono. scappano i giorni che non hai visto bene. le ammissioni e poi fissarci per ore. come credendo che il muro sia più forte di noi. la cena senza letto. parli meno di me. il risultato di costanza ci brucia anche se il meglio si è estinto dentro la macchina fredda. le prime parole con te davanti. il silenzio dei container usati e calpestati. che si tengono per mano con la dolcezza che non abbiamo più noi. le impressioni che sono in ostaggio da troppo tempo ormai. case destrutturate. le esplosioni chimiche nelle fabbriche dove giocavi da bambina. i fiori lanciati. scappare dietro il treno che ci nasconde dentro. una vita avvitata troppo stretta a quella sete. fughe estetiche. antidoto estatico preso dopo la primavera che accende tutte le sigarette
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quella volta che mi hai accarezzato i capelli come fossero aria fresca e non quella colorata. hai sorriso senza avere le vertigini. le lampadine rosse sui grattacieli perse nella traduzione. i fiumi di tokio nel silenzio dei tuoi vecchi poster. tutte quelle cartine per non farmi perdere dentro di me

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