il disegno spontaneo per correre intorno al cielo. il film silenzioso di te che mi farebbe compagnia. con il mare nel sole. ripulendoci dal freddo spento delle retate. contro l'opportuna possibilità di trovarti prosciugata. il labirinto rosso delle braccia. con il pregiudicato senso di inadeguatezza che mi lega al soffitto. mentre non parlo. con gli occhi stretti ad un "si" sconfinato. abbiamo risolto le guerre più sottili. senza più vestiti per uscirne vivi. abbiamo riscritto le stragi più disarmate. con le morti indifferenti. per le tue spalle sempre più piccole. tu invece puoi distrarre le mie parti rotte. mentre tutto scende dentro i nostri elastici cavi che non ci trattengono più. che certe cose le puoi decidere solo dopo la fine. le "dieci costole spezzate" in 815 giorni in mare. che quando parliamo non abbiamo fumetti per rileggerci. così non sono più solamente i gesti a non avere bisogno di parole per colorarsi. di nero
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e non ti copri mai abbastanza, per sentire freddo e quindi sentire qualcosa che ti renda perlomeno non trasparente nella stanza. la casa riscritta con gli occhiali da sole. il biglietto singolo con i suoi titoli originali . cosa hai dentro il mare. hai imparato che se vuoi andare da qualche parte è sempre meglio farlo da sola. quei giorni interi in cui hai sempre il viso scolorito di chi ha appena pianto. ridisegnando la città con un destino migliore. con la musica che ci illudeva sistematicamente. le cose preservative che costruivamo senza sudare. ma correndo comunque via da tutto. che quando ti ascolto e non parlo è per me, che mi devo cancellare senza troppe frontiere. con le mani lucide e veloci nel cuore del cervello che non trovo più. le trazioni posteriori di venerdì. con l'età di chi alza la voce per morire d'estate. correndo via da tutti fino al buio. perché mi vestivi con cura, tanto che sembrava che sorridessi anche se in realtà non lo facevo mai davvero. ma non era per colpa tua. "ne abbiamo una e pensiamo a star bene, ma non ci combattiamo mica con quella. non potremmo. anche volendo". perchè non mi soffocassi con il viso dentro un angolo e con tutto il resto della stanza assonometricamente in ordine. dietro. il nostro mese profondamente diverso dal vapore densoerosa. quando penseremo meno dell'insolito benessere che strumentalizza le favole. che ci governa l'economica essenza di un prezzo. i nostri nastri evidenziatori che snaturano tutti. qualcosa che ti renda perlomeno traspirante nelle mie concavità. perché basta non farsi troppo male. perché i giorni non ci scelgono per caso, proprio come oggi
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e non ti copri mai abbastanza, per sentire freddo e quindi sentire qualcosa che ti renda perlomeno non trasparente nella stanza. la casa riscritta con gli occhiali da sole. il biglietto singolo con i suoi titoli originali . cosa hai dentro il mare. hai imparato che se vuoi andare da qualche parte è sempre meglio farlo da sola. quei giorni interi in cui hai sempre il viso scolorito di chi ha appena pianto. ridisegnando la città con un destino migliore. con la musica che ci illudeva sistematicamente. le cose preservative che costruivamo senza sudare. ma correndo comunque via da tutto. che quando ti ascolto e non parlo è per me, che mi devo cancellare senza troppe frontiere. con le mani lucide e veloci nel cuore del cervello che non trovo più. le trazioni posteriori di venerdì. con l'età di chi alza la voce per morire d'estate. correndo via da tutti fino al buio. perché mi vestivi con cura, tanto che sembrava che sorridessi anche se in realtà non lo facevo mai davvero. ma non era per colpa tua. "ne abbiamo una e pensiamo a star bene, ma non ci combattiamo mica con quella. non potremmo. anche volendo". perchè non mi soffocassi con il viso dentro un angolo e con tutto il resto della stanza assonometricamente in ordine. dietro. il nostro mese profondamente diverso dal vapore densoerosa. quando penseremo meno dell'insolito benessere che strumentalizza le favole. che ci governa l'economica essenza di un prezzo. i nostri nastri evidenziatori che snaturano tutti. qualcosa che ti renda perlomeno traspirante nelle mie concavità. perché basta non farsi troppo male. perché i giorni non ci scelgono per caso, proprio come oggi
5 commenti:
Le tue parole tutte minuscole mi confondono perchè mi appartengono. Tu assomigli a certe cose che dico solo in modo diverso.
CHI SEI?
E dove sei adesso tu.
trovare un filo conduttore tra parole e forme che nascono, vivono e si sviluppano in modo isolato, lontano, distanti chissà quanti chilometri, quante esperienze e quanta vita tra loro. sentire punti di contatto nelle parti di noi che credevamo fossimo gli unici a possedere. si può definire somiglianza, condivisione. forse è un'appartenenza ad uno stesso modo di vivere, descrivere e trasmettere le cose. un tempo si chiamavano "correnti letterarie" o almeno "artistiche". oggi è sempre più difficile ritrovare dei propri "simili", in mezzo a questo oceano di acqua insipida, tra questi miliardi di pagine virtuali ripiene di parole vuote e che non trasmettono nulla. ma ogni tanto accade. trovare delle parole per cui ci si ferma e si dice: eccone un altro. siamo uno in più. fai click sulla scritta "segui" e ogni volta che il riquadro "ancora da leggere" si aggiorna è una meraviglia. meraviglia, nel senso dello stupore per il riconoscersi, per il ritrovarsi.
sei bravo a scrivere. ma mi metti tristezza. forse è per questo che sei bravo.
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